In principio fu il kebab inserito tra i piatti tradizionali della cucina ligure da gustare nel centro storico genovese a fare arrabbiare i commercianti storici della zona, oltre che a disorientare i turisti. Adesso, nelle guide distribuite negli alberghi dallufficio Sviluppo e Promozione del Turismo del Comune di Genova, il kebab è sparito. Per fare posto alle trenette? Macché, per convincere i turisti che uno dei modi migliori di passare un week end in città è quello di fare shopping in via della Maddalena dove le antiche botteghe genovesi, però, hanno abbassato le saracinesche ormai da tempo.
Ed è proprio questa, secondo il Comune, la fortuna di via della Maddalena «la strada che mantiene inalterato il suo ruolo di casbah genovese» si legge nella guida. Eccolo lì in spalla destra sulla pagina, in un box bordato dazzurro e un punto esclamativo di forte richiamo che accompagna la scritta «Da Fare- Shopping in via della Maddalena». «Gli ultimi ad arrivare sono stati i negozi sudamericani, che ricordano il centro di San Paolo o di Caracas - scrivono sulla guida - . Hanno aggiunto sapori a quelli già esistenti, il kebab e le spezie più rare». La pubblicità televisiva di una marca di rum parlava dei peggiori bar di Caracas, ed è a quello che può pensare un genovese leggendo queste poche righe: chi ha scritto, forse, voleva emulare quello spot. Perché oggi quella strada tutto appare meno che un contesto dove si possa respirare lidea di un mercato sudamericano doc. Compaiono negozi multietnici di qualità che lascia a desiderare e un phone center con scritte sulla vetrina in tutte le lingue, ma niente che possa aggiungere «sapori particolari» a quelli genovesi che ancora si respirano a Sottoripa o in altri vicoli. Non solo, ma passeggiando per la strada in pieno giorno (come testimonia il servizio fotografico qui sopra) si nota come i negozi aperti siano davvero pochi e la via sia un desolante rincorrersi di saracinesche abbassate intervallate da prostitute pronte a schioccare le labbra ad ogni maschio e pusher nordafricani che offrono droga al giovane passante, unica vera occasione di shopping su una delle strade più antiche dei caruggi.
La guida turistica, anche in questa edizione, è riuscita così a scontentare i commercianti del centro storico come già successo per il kebab. Un gruppo di loro che opera nella zona compresa tra piazza Soziglia e via Luccoli si è già mosso lamentandosi agli uffici di informazione turistica: «Come si possa presentare la Maddalena come quartiere dove mandare i turisti lo sa solo chi ha scritto lopuscolo - lamenta Stefano De Micheli, tra laltro titolare con la famiglia della gastronomia De Micheli, bottega storica di Soziglia che opera dal 1890 -. Se un turista francese scegliesse litinerario proposto, visitata quella strada ricca di prostituzione e spacciatori, tornerebbe a casa e direbbe ai propri conoscenti di non andare a Genova. È questo che vogliamo?».
Si parla di via della Maddalena, ma delle vere realtà commerciali che hanno fatto la storia dei caruggi e che ancora, a fatica, riescono ad operare, nemmeno una traccia: «È la consueta disattenzione di un Comune che pensa a farci le multe se entriamo nella zona a traffico limitato sgarrando di un minuto - ribatte Luca Giordano, titolare del bar Giordano di Vico Speranza - ma di tutelarci o promuovere chi tiene vive le tradizioni e la natura del centro storico non ci pensa neppure».
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