Francesco Giavazzi, spiegando i motivi per cui i provvedimenti del ministro Gelmini sono una opportunità da non sprecare, scriveva sul Corriere della Sera: «La fine dei concorsi universitari è laspetto più rilevante della riforma. Sono i tempi eterni e la corruzione dei concorsi che hanno indotto tanti giovani ad emigrare». Gli faceva eco, sullo stesso giornale, Giuseppe Bedeschi, che indicava un pregio «non sufficientemente evidenziato» della riforma: «Porre finalmente termine alla vera e propria truffa, messa in atto da parecchi anni nelle nostre università, per il reclutamento dei professori. Tale reclutamento è avvenuto attraverso concorsi apparentemente nazionali (in teoria vi poteva concorrere chiunque, e le commissioni giudicatrici erano elette da tutti i docenti della disciplina) - ma in realtà locali, localissimi, e per di più truccati». Una linea durissima, che trova appoggio nelle inchieste sulle caste italiche di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo.
Gli editoriali di Giavazzi e Bedeschi avranno fatto fischiare le orecchie a molte commissioni impegnate nei concorsi universitari. Chissà se fischiavano alla commissione riunitasi alluniversità Roma Tre il 28 giugno 2010 per valutare i candidati al concorso per professore di prima fascia (il massimo) nel settore disciplinare «Cinema, fotografia, televisione». Il bando fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 del 22 aprile 2008. I requisiti richiesti erano molto precisi. Lateneo cercava «uno studioso che ha prodotto lavori innovativi nel campo delle teorie e delle metodologie di analisi del film». Generico. Precisi invece i requisiti seguenti: competenza negli «studi di genere (tra cui il cinema delle donne) e «sulle forme e il funzionamento socioculturale del cinema classico, in particolare quello hollywoodiano». La commissione è nominata nel marzo 2010. Il presidente (e membro interno di Roma Tre) è Giorgio De Vincenti. Gli altri sono Laura Caretti, Gian Battista Canova, Francesco Casetti e Aldo Grasso. Laura Caretti è docente a Siena, Canova allo Iulm di Milano. Casetti e Grasso insegnano alla Cattolica, il primo alla sede di Brescia, il secondo a Milano. Entrambi sono collaboratori del Corriere della Sera. Grasso è il critico televisivo e una delle firme più note del quotidiano.
Veniamo ai candidati. Sono tre. Le «idoneità» a disposizione, due. Il primo candidato, Landolfo Calenda di Tavani, neppure si presenta. Restano da valutare i titoli degli altri. Una si chiama Veronica Pravadelli e lavora a Roma Tre da una vita. I titoli che presenta sono perfetti. Ha anche scritto diversi saggi sul «cinema delle donne», uno inserito nel volume collettaneo Metodologie di analisi del film. Accidenti, che fortuna. Sembra quasi che il bando sia ritagliato a misura sulla sua bibliografia. Laltro candidato è lo storico dellarte Vincenzo Trione, professore associato a Napoli. E collaboratore di un importante quotidiano milanese ubicato in via Solferino: il Corriere della Sera. La bibliografia valutata dalla commissione presenta pregevoli saggi su Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Ardengo Soffici, Apollinaire. Di attinente al concorso, cè La forma della città. Immagini cinematografiche e scenari urbani uscito nel 2008, stesso anno del bando. Trione è un ottimo storico dellarte ma la cattedra riguarda cinema, fotografia e televisione. Laura Caretti, nel verbale, rileva che «solo di recente Trione ha esteso il suo orizzonte critico a indagini sulla visione che includono anche le immagini fotografiche e filmiche». Secondo Casetti, «gli interessi scientifici di Vincenzo Trione si orientano sulla ricerca artistica del 900». Nonostante «larte figurativa appaia spesso protagonista, i temi toccati sono in piena pertinenza» con il bando. Stesso concetto espresso dal presidente Vincenti. Canova e Grasso si soffermano solo sugli ultimissimi titoli in bibliografia. Risultati del concorso: Pravadelli vince e sale in cattedra a Roma Tre. Trione è giudicato idoneo. Per ora insegna a Napoli. Magari verrà chiamato come professore di prima fascia da qualche ateneo (tiriamo a indovinare...) di Milano.
Cè poco da aggiungere, se non questo: tutto regolare. È una piccola storia ordinaria delluniversità italiana. Certo che allelenco tra le vie per accedere alla cattedra desiderata bisognerà aggiungere via Solferino.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.