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«Strage di Bologna: la sentenza è da rivedere»

Quella sulla strage di Bologna è una sentenza «da rivedere» per il magistrato Otello Lupacchini che ha spiegato come sull'eccidio del 2 agosto 1980 la verità formale affermata dalla condanna in via definitiva di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, sia «troppo distante dalla verità dello storico». «Parlo in maniera non sospetta», ha detto il magistrato, ricordando di essere stato l'estensore della sentenza nel processo per l'omicidio del giudice Mario Amato per il quale furono condannati Mambro, Fioravanti e Ciavardini. «A quella sentenza di condanna -ha ricordato Lupacchini- si pervenne dopo aver finito il profilo, l'ideologia e i moventi che erano dietro le azioni dei Nar. Amato, stabilì quella sentenza, fu ucciso, perchè in lui venne identificato un simbolo da abbattere. Si trattò di un gesto che voleva trainare il movimento nella lotta contro lo Stato.

E se queste erano le pulsioni che muovevano i Nar commettere una strage e uccidere 85 innocenti non sarebbe stato certo coerente».

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