La strana vendita ai Tulliani che ha insospettito il pm. Gaucci jr: "Erano da strozzare"

I verbali. La tesi della Procura nel 2006: gli immobili furono ceduti in epoca sospetta, si può ipotizzare una simulazione

nostri inviati a Perugia

Per capire l’interesse spasmodico del pm Duchini per i Tulliani occorre andare indietro di quattro anni. A quando, cioè, il magistrato perugino sospettava una vendita fittizia (alla famiglia di Elisabetta) dei beni immobili riconducibili ai Gaucci in via Conforti a Roma. Nell’interrogatorio del 4 febbraio 2006, a Riccardo Gaucci, figlio di Luciano, il pm chiede insistentemente lumi sulla Katape Srl, l’immobiliare di famiglia cui appartiene il complesso di appartamenti oggetto dell’odierno scontro fra Gaucci e la sua ex fidanzata. «Trattiamola con calma – premette la toga - perché qui è complicato il fatto». Gaucci: «Guardi è talmente...». PM: «Il periodo è assolutamente sospetto perché il periodo da maggio a luglio 2005 vengono venduti gli immobili. Tutto parrebbe rientrare nella norma perché dagli immobili si ricava 1 milione e 900mila euro che a occhio dovrebbe andare a saldare il debito che si prospettava». G: «Di più, di più (...)».

LA PROCURA: TROPPE COSE

NON TORNANO
PM: «Però ci sono due cose che non tornano con questa ricostruzione, quando poi lei e suo fratello mi dite che il debito era di 8 milioni non torna più niente, ma comunque due cose già non tornano prima ed una è che gli immobili venduti in quell’epoca assolutamente sospetta, almeno alcuni di loro sono venduti (incompr.) e già questo è un elemento, insomma, quantomeno sospetto di simulazione della vendita (...). Posto che lei c’era, mi dice com’è andata?”. G. «Che Katape ha venduto tutti gli immobili, tutti». PM. «In quel periodo? Luglio 2005?». G: «Eh sì, perché loro (la banca, ndr) insistevano volevano i soldi, ma molti contratti io ho fatto la delega senza andare dal notaio». Il pm bracca l’indagato. Lo costringe a entrare nei dettagli delle operazioni. Ma quando Gaucci jr sembra svicolare sulla presunta vendita fittizia (oggi i figli la confermano, ndr) e sugli acquirenti degli immobili di via Conforti, il pm affonda il colpo: «I privati, lei dice la banca. Ma chi li ha trovati? Perché fra questi privati ci sono...». G: «Li ha trovati l’agenzia immobiliare». PM: «Ma ci sono i personaggi che ruotano intorno a suo padre, tra cui Giuliani (Tulliani, ndr)». G: «Magari gli è andato a bussare alla perché io... vabbè». PM. «Allora, lei non sa come sono stati trovati questi privati?». G: «No, non lo so, comunque i soldi anche se li ha presi Tulliani, non so con quali soldi, non credo li abbia dati mio padre (oggi i figli di Gaucci, come il padre, sostengono il contrario, ndr) può darsi che magari li ha dati a Tulliani Elisabetta anni prima, però i soldi sono entrati, cioè li hanno effettivamente pagati, cioè non è stata una vendita fittizia, cioè i soldi loro li hanno dati e la banca se li è presi». PM: «Sì ma loro si sono presi gli immobili». G: «Loro se li sono presi». PM: «Sì, ma trovo singolare...». G: «Sì...». PM: «Per quello che le chiedo se può darci maggiori dettagli perché potrebbe anche non saperli (...)».

«I PARENTI DI ELY?

CHE COINCIDENZA»
PM: «Trovo singolare che queste vendite arrivano a luglio 2005 quando è scaduto il termine per l’iscrizione al campionato, per esempio, e due che vengono venduti a Tulliani che è il fratello della ragazza che stava con suo padre, insomma c’è qualcosa che non torna». G: «Questo di Tulliani sicuramente ha ragione, però i soldi sono stati pagati. Poi se Tulliani aveva i soldi che ha fatto tredici al superenalotto io questo non lo so». PM: «Sì, ma la tempestività dell’intervento, cioè viene fatto... viene tolta l’ipoteca ad aprile, a maggio vengono venduti gli immobili, vengono trovati i compratori...». Il pm non molla l’osso, vuole riscontri alla sua tesi, spinge ancora sugli immobili di via Conforti.

I TULLIANI? RUBAVANO

ERANO DA STRANGOLARE
La domanda diretta il magistrato la fa al fratello Alessandro, interrogato nello stesso periodo: «Conosce Elisabetta Tulliani?». La risposta è di getto: «Purtroppo sì, era una mia compagna di scuola». PM: «E non ha avuto altri rapporti con la famiglia?». G: «Li avrei voluti strozzare, strangolare con le mie mani ma non era possibile ovviamente per legge, sennò altrimenti stavo qui (in carcere, ndr) già da tempo». PM: «Vede, io glielo chiedo... gli affetti personali non entrano». G: «Non entrano, però sono fatti importanti». PM: «Sì, perché, insomma, quegli immobili sono stati venduti alla famiglia Tulliani». G: «Io credo che loro abbiano tanti soldi, e la cosa si potrebbe anche andare a vedere perché lì, queste persone, rubavano soldi (...). Io avevo fatto delle registrazioni che suo fratello si rubava i soldi pure sui rimborsi spese delle società che gestiva». PM: «Se vuole lei può fare denuncia, però le chiedo: siccome queste vendite di questi immobili sono state fatte in un periodo assolutamente sospetto, perché lei capisce, insomma, a luglio 2005 vengono venduti gli immobili». G: «Certo...». PM: «Vengono venduti esattamente a questa persona, cioè al fratello di Elisabetta Tulliani, capisce che qualche dubbio, qualche sospetto lo ingenera, lei sa se queste vendite sono state simulate, se queste vendite sono reali». G: «Non ne so niente...». PM: «E sa se il decreto ingiuntivo successivo è giustificato dalla simulazione delle vendite?». G: «Non so niente, e le garantisco un’altra cosa: sono andato a Santo Domingo da mio padre anche per questo motivo qui, per dirgli: “Possiamo attraverso anche la curatela rivalerci sulle, come si chiamano, donazioni che tu hai fatto a questa signora (la Tulliani, ndr)?”. Lui mi ha risposto: “Ma è una cosa antipatica, eccetera”. Però sia chiaro, sia io che mio fratello avevamo una grandissima voglia di fare una cosa del genere».

LA VERITÀ DEL COMMERCIALISTA

DELLA KATAPE SRL
Il 3 febbraio 2006 mette a verbale la sua verità sulla Katape il commercialista Gianpaolo Bassi. È l’ennesima occasione per il pm Duchini di scavare sui Tulliani: «Mi fu chiesto (da Luciano Gaucci, ndr) di seguire la Katape Srl, una società immobiliare pura, era in realtà proprietaria di una serie di immobili in zona Aurelia, il tutto di proprietà della famiglia Gaucci, il cui figlio Riccardo era amministratore» (...). PM: «Le Vendite vengono fatte a maggio 2005, viene cancellata l’ipoteca, le rendite vengono fatte a marzo 2005 a tutto luglio...». B: «Sì». PM: «A favore di personaggi vari...che per un motivo o per l’altro...almeno alcuni di essi... sono legati alla famiglia Gaucci». B: «Questo non lo so...». PM: «Questo lo so io...». B: «A me questa mi è proprio nuova ‘sta storia ma a meno che... legati in che forma... perché io posso pure chiedere a un amico, me compri questo appartamento, mi fai un piacere perché me servono i soldi». PM: «Certo, no io le chiedo se sapeva qualcos’altro, così dalle carte, per esempio Tulliani Massimiliano (l’interessato dice di non essere parente degli altri più noti Tulliani, ndr), soggetto che compra diverse cose...un valore dichiarato prima di 50mila euro, e poi di 270mila ed è il fratello, se non erro, di Elisabetta Tulliani che risulta tra i soci e gli amministratori di diverse società calcistiche». B: «Ah, ho capito». PM: «Allora le chiedo, è possibile che tutto sia simulato e che poi quindi... la banca si sia trovata con il medesimo importo da dover recuperare?». Il ragionamento fra pm e commercialista si fa tecnico, sino a quando il magistrato pianta un paletto: «Tulliani vende a luglio».

B: «Del 2005?». PM: «Vende nel 2005... proprio nel momento cioè in cui c’erano tutte le giornalate sul Perugia che non riusciva a pagare l’iscrizione e poi dopo arriva al fallimento». Coincidenza?.
GMC-MMO

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