Politica

Strasburgo, sinistra all'attacco di Bagnasco

Il presidente della Cei preso di mira da tre europarlamentari italiani, due di Rifondazione e uno dei Verdi. L'agenzia dei vescovi: "C'è il rischio che la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili"

Strasburgo, sinistra 
all'attacco di Bagnasco

Roma - "Indecorosi attacchi" al presidente della Cei Angelo Bagnasco. Così il Sir (Servizio d'informazione religiosa) interviene sulle posizioni di tre europarlamentari italiani, di Rifondazione comunista (Agnoletto e Catania) e Verdi (Frassoni), firmatari di una mozione anti-Bagnasco presentata nel corso di un dibattito sull'omofobia, oggi al voto del parlamento europeo. "È ora di dire basta", aggiunge l'agenzia dei settimanali cattolici. "Proseguono, questa volta nella sede del parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei monsignor Angelo Bagnasco. Va bene - osserva il Sir - minimizzare e cristianamente tenere nella considerazione che meritano, cioè nessuna, le argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi. Va bene opporre al falso, alla falsificazione, alla disinformazione, alla propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce comunista, la realtà dei fatti e delle parole. Ma il rischio è che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili".

Quindi per il Sir "è ora di dire basta. Dirlo con il tono di monsignor Bagnasco, mite e fermo, sereno e deciso. Dire basta con fermezza e risolutezza. È ora di finirla. Dire basta a questi attacchi significa nello stesso tempo assicurare che tutti, non solo i cattolici, continueranno a parlare con passione e con impegno di quei grandi temi - la famiglia, la vita, la verità e la giustizia - sui quali mons. Bagnasco ha inaugurato la sua presidenza della Cei, in piena coerenza con il magistero del Papa e nella continuità della testimonianza delle Chiese in Italia".

La risoluzione contro l'omofobia Il parlamento europeo ha accolto oggi a maggioranza, 325 sì, 124 no e 150 astenuti, una risoluzione che sollecita le autorità polacche "ad astenersi dal proporre o adottare" le leggi evocate nei giorni scorsi da componenti del governo ultraconservatore di Jaroslaw Kaczynski per punire la propaganda omosessuale nelle scuole col licenziamento e dal porre in atto "misure intimidatorie" nei confronti delle organizzazioni gay.

Le dichiarazioni rimosse dal testo Nelle prime versioni proposte dai gruppi di sinistra dell'Assemblea, venivano citate le affermazioni di Bagnasco fra gli esempi di dichiarazioni omofobe da stigmatizzare. Nel testo si menzionava "il presidente della Cei" senza farne il nome, ricordando "che ha comparato un progetto di legge che conferisce una serie limitati di diritti alle coppie omosessuali a una licenza a commettere atti di incesto di pedofilia".

Monsignor Giordano: "Segnali d'ignoranza" Gli attacchi al presidente della Cei "esprimono una minoranza in Europa, ed esprimono anche un’incomprensione della problematica: sono segni del non voler comprendere le cose, e sono segni anche di ignoranza". Al termine dell’incontro di questa mattina con il Papa, monsignor Aldo Giordano, segretario generale del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa) ha definito così la mozione sull’omofobia che è al voto del parlamento europeo. "Questi attacchi non esprimono l’opinione del popolo europeo e neanche il parere di coloro che vogliono veramente capire i problemi e non semplificarli con gli slogan". Sui temi dell’etica occorre invece "un dibattito vero". «Noi - ha affermato Giordano - siamo pronti a discutere sulla vita, sulla famiglia, sui diritti degli individui.

Vogliamo anche esprimere il rispetto della Chiesa, che è un rispetto totale, verso gli individui, le persone, verso le esperienze personali che le persone scelgono".

 

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