Stresa suona tutta un'altra musica

Il direttore artistico Brunello: "Ci esibiamo ovunque, anche in un magazzino"

Stresa suona tutta un'altra musica
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Lo Stresa Festival (fino all'1 agosto poi 19 agosto-6 settembre) nasceva da un'intuizione dell'avvocato veneziano Italo Trentinaglia de Daverio, cresciuto tra le quinte della Scala dove il padre Erardo era direttore generale e poi sovrintendente della Fenice e una casa dove erano di casa i Toscanini, Giordano, Gavazzeni e via discorrendo. Così, nel 1962 decise di capitalizzare quel patrimonio di relazioni mettendo Stresa sulla mappa dei grandi appuntamenti europei, dopotutto bastava aprire l'agenda di famiglia e invitare gli amici. Da allora il festival, nato come "Settimane Musicali", intreccia interpreti di peso e scenari da cartolina, tra isolette del Lago Maggiore e terraferma, Festival Hall e chiese, palazzi, chiostri, eremi a picco sul lago.

Qui sono passate leggende: Rubinstein, Richter, Benedetti Michelangeli, Argerich, Menuhin fino alle grandi orchestre delle metropoli d'Europa, Wiener Philharmoniker compresi. Ma i tempi cambiano, e con essi gli artisti, il pubblico, e prima ancora la stessa Stresa, che all'alba del festival era la quintessenza della villeggiatura borghese, tra saloni del Grand Hotel des Iles Borromées, gite in motoscafo e musica con le star. Che oggi sono migrate a Verbier e Gstaad, buen ritiro dei nuovi ricchi, perché le star costano. L'eco della Belle Époque è svanita e anche il festival ha attraversato un periodo crepuscolare: serviva un elettroshock.

La scossa è arrivata dal violoncellista Mario Brunello, primo europeo a vincere il Cajkovskij di Mosca, nel 1986, docente alla Royal Academy di Londra e imprenditore culturale (il capannone Antiruggine, i Suoni delle Dolomiti). Sperimentatore seriale, ha ideato - dal 30 luglio al 1° agosto - un'anteprima del festival sull'Isola dei Pescatori, è l'Isola Young con la band Delicatoni, quindi Klaus, dj e youtuber da un milione di follower e Frida Bollani Magoni, figlia di tanto padre.

Il festival vero e proprio parte il 19 agosto e si spinge fino al 6 settembre. Avvio con un Bach da manuale, lo offre l'Akademie für Alte Musik Berlin, si arriva a Berio, passando per Mozart, ma anche marimbe, folk song e un colpo di coda orchestrale firmato Antonio Pappano alla testa della London Symphony (6 settembre). Soste nella Rocca Borromeo di Angera, con l'ensemble vocale femminile Sjaella, salite all'Eremo di Santa Caterina del Sasso, luogo che da solo vale il viaggio, dove Thomas Demenga propone al violoncello un tutto Bach. Nel Palazzo Borromeo sull'Isola Bella, spazio a Vivaldi e Rameau in versione marimba con Simone Rubino. Il menu della manifestazione è ricchissimo, possiamo solo accennarlo.

"La musica classica da camera è una storia che sta finendo" avverte Brunello, "cerchiamo di salvare il salvabile e di suonarla negli spazi per cui è nata, anche in un magazzino se serve". Dalle parole ai fatti: concerti anche nel polo logistico di Herno a Lesa, tra casse e scaffalature industriali. Una scelta provocatoria? "Possiamo fare musica ovunque dice Brunello l'importante è non pretendere di riportarla sotto i riflettori come se fossimo negli anni Settanta. Preferisco una sala da 50 persone piena a un auditorium semivuoto".

Dal salone del Grand Hotel des Iles Borromées alle casse di un magazzino: lo Stresa Festival cambia pelle ma resta fedele al sogno di Italo Trentinaglia, portare la

grande musica dove meno te l'aspetti. Certo non può contare sul serbatoio di donors di Verbier, ma Brunello supplisce con un mix tutto italiano di idee potenti e relazioni tra colleghi di peso. L'Italia dei miracoli, insomma.

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