RomaEditoria: è rivoluzione nei criteri di assegnazione dei contributi pubblici. Ogni singola copia venduta varrà di più ma saranno escluse quelle diffuse in blocco o con lo «strillone». Non potranno entrare nel calcolo del contributo le spese promozionali, le consulenze e quelle per i service. E le nuove regole saranno le stesse per tutti anche per i giornali di partito e quelli editi dalle cooperative, le categorie che rispetto al passato dovranno stringere di più la cinghia.
Il governo ha varato ieri due provvedimenti che ridisegnano il quadro del sostegno pubblico al settore. Un decreto legge che entra in vigore subito e fino al 2014, quando diventerà operativo il disegno di legge delega di riforma approvato ieri e che ora verrà sottoposto al vaglio del Parlamento.
Che cosa cambia con il decreto? Aumenta il rapporto tra distribuzione e vendita. Per le testate nazionali cresce dal 15 al 30 per cento; per le locali dal 25 al 35. Lobiettivo della norma è quello di spingere le aziende a razionalizzare ed ottimizzare la propria rete distributiva in modo da ridurre i costi di distribuzione e stampa, visto che le copie effettivamente vendute pesano di più sul piatto dei contributi. In ogni caso il contributo per ogni azienda non potrà essere più alto di quello calcolato per lanno 2010.
Si volta pagina pure per i criteri di calcolo dei costi e subito, già per quelli che saranno erogati nel 2013. I contributi arriveranno in ragione dei costi «vivi» di produzione e dei livelli effettivi di vendita, visto che la quota «variabile» verrà calcolata in base al numero delle copie che sono state vendute, escludendo oltretutto quelle diffuse a pacchetto e attraverso lo strillonaggio. Verranno escluse dal computo utile ai fini del sostegno le spese per i materiali di consumo e promozionali, consulenze e service. I rimborsi dunque riguarderanno i costi per i giornalisti, il personale, la stampa e la distribuzione. Per ottenere il sostegno lazienda dovrà essere in regola con il fisco. Nessuna deroga per i giornali di partito e le cooperative. E anche per questi ultimi sarà valido il criterio occupazione senza il quale non si potrà comunque accedere ai contributi: un minimo di 5 assunti con contratto a tempo indeterminato con prevalenza di giornalisti per i quotidiani; un minimo di 3 assunti con contratto a tempo indeterminato per i periodici. Le cooperative editrici dovranno essere composte esclusivamente da giornalisti, poligrafici, grafici editoriali mantenendo una maggioranza di contratti a tempo determinato.
Le imprese che hanno già ricevuto i contributi potranno passare alla pubblicazione digitale anche in via non esclusiva. Per le aziende che sono soltanto online si prevede un sostegno di durata biennale purché siano accessibili anche a titolo oneroso. Dal 1° gennaio 2013 diventerà obbligatoria la tracciabilità delle vendite e delle rese attraverso il codice a barre. Restano escluse dal decreto le agenzie di stampa che saranno regolamentate dalla legge delega.
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