Lo strike out di Rinku e Dinesh: dai reality show alla Mlb

Dopo aver partecipato a un programma televisivo, due ragazzi indiani vengono ingaggiati e messi sotto contratto dalla squadra di baseball dei Pittsburgh Pirates

Lo strike out di Rinku e Dinesh:
dai reality show alla Mlb

Qualche anno fa ci aveva provato persino Ciccio Graziani. A scovare giovani talenti da lanciare nel mondo del calcio professionistico. Oggi, però, dei vari Gullo, Bertaccini, Arrieta e Spagnoli nessuno si ricorda più. Qualcuno, vedi Alfieri e Conversano, appese le scarpette al chiodo negli spogliatoi del Cervia, ha provato a sfondare nel mondo della televisione, come tronista dalla De Filippi; qualcun altro, come Gullo, lo si vede pontificare in programmi calcistici nelle varie emittenti private. Poca roba, insomma.

Poca roba rispetto a chi, grazie a un reality show, ha fatto bingo. O meglio, strike out. La storia di Rinku Singh e Dinesh Patel inizia con ’Million Dollar Arm’, un programma televisivo che in India vide partecipare circa trentamila persone con un copione molto semplice: un milione di dollari a chi sarebbe riuscito a lanciare uno strike ad almeno 136,7 chilometri orari. L’obiettivo del milione sfumò per tutti, compresi i due protagonisti, anche se Singh si distinse al punto da intascare centomila dollari, mentre Patel ottenne un assegno da 2.500 biglietti verdi più un viaggio gratis negli Stati Uniti. Nessuno dei due però, si sarebbe mai aspettato che di lì a un anno le loro vite sarebbero profondamente cambiate.

I due giovani indiani, dallo scorso maggio, hanno incessantemente lavorato con un coach dell’Università di Southern California, per arrivare tirati a lucido alle selezioni di inizio novembre. Risultato: i Pittsburgh Pirates, un po’ per scommessa, un po’ per disperazione (da oltre 15 anni non chiudono una stagione con un bilancio positivo) li hanno ingaggiati e messi sotto contratto. «I Pirates sono impegnati nell’aggiungere talenti in maniera creativa», ha quindi spiegato il general manager della società, Neal Huntington: «Con questi due giovani speriamo anche di aprire un ponte con un mercato inesplorato».

Certo è che a Pittsburgh deve tirare proprio una brutta aria, per ingaggiare due ex giavellottisti indiani, che fino a un anno fa non sapevano nemmeno com’era fatta una pallina da baseball e che non hanno mai giocato una partita in vita loro.  

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