Ischia - Tre studenti, tre compagni di classe di Diego, sono stati denunciati dalla polizia, alla Procura per i minori di Napoli, con l’accusa di violenza privata. È la prima svolta dell’indagine avviata dagli agenti del commissariato di Ischia, subito dopo il suicidio dello studente modello, che avrebbe compiuto ieri 15 anni, avvenuto la sera dello scorso 31 ottobre, a Lacco Ameno (uno dei sei comuni dell’isola). Diego, «il secchione» come lo chiamano sprezzanti i compagni, si era stretto al collo la corda dell’altalena e si era poi lasciato andare. A trovarlo penzoloni, erano state la madre e la nonna, preoccupate per la sua assenza in casa, che durava da alcune ore.
Nel pomeriggio, il ragazzo era tornato a casa da scuola, sconfortato per non aver preso neppure un voto all’elezione per i rappresentanti di classe. Diego ci teneva ad essere eletto ma, a ferirlo in particolar modo, era stata una scheda, sulla quale un compagno aveva scritto una frase minacciosa nei suoi confronti. L’ennesimo affronto, l’ennesima piccola ferocia contro di lui, adolescente troppo serio e per questo isolato dagli altri.
Il liceale ne aveva parlato con la madre, Mira Mancioli, alla quale aveva manifestato il suo dispiacere. Ma, quando la donna gli aveva detto che il giorno dopo si sarebbe recata a scuola per chiedere spiegazioni sull’accaduto, Diego l’aveva rassicurata, dicendole che preferiva lasciar perdere. Non sarebbe servito, anzi forse avrebbe peggiorato la situazione. Poco dopo, si è «impiccato».
Diego frequentava il quinto ginnasio, al liceo classico «Giovanni Scotti», una scuola già duramente provata da altre morti, tre suicidi di studenti negli ultimi tredici anni, prima di lui. Diego era il primo della scuola, uno studente modello, lo scorso anno, quando frequentava il quarto ginnasio, era stato promosso con la media del 9 e mezzo. «Una perla di ragazzo, dagli occhi buoni e sognanti», dice di lui una sua ex insegnante. Ma, per qualcuno dei compagni era solo un «secchione» e un crumiro perché quando c’era lo sciopero entrava - come era suo diritto - regolarmente in classe.
Con il passare del tempo, nei confronti di questo studente modello, che amava i telefilm e la lettura e che sognava di diventare uno scrittore, ci sarebbe stata una sorta di persecuzione. L’indagine finora avrebbe accertato anche qualche episodio di bullismo. Ma Diego non sarebbe stata la sola vittima nella scuola, altri casi starebbero per venire alla luce.
Il terzetto denunciato alla Procura per i minori sarebbe composto da due ragazzi e una ragazza. L’informativa con le prime risultanze di questa indagine è stata inviata al pm Valeria Rossetti. Il primo atto investigativo, potrebbe essere costituito da una perizia calligrafica sulla scheda contenente le minacce a Diego, grazie alla quale si potrebbe risalire all’autore.
Nei giorni successivi al suicidio, la polizia ha convocato in commissariato, oltre alla madre e alla nonna di Diego, gli insegnanti e i compagni di classe. In una circostanza, si incrociarono casualmente, tra un interrogatorio e l’altro, Mira Mancioli e una delle docenti di suoi figlio.
«Siamo addolorati, non sappiamo che cosa dire», disse la professoressa. Severa la risposta della Mancioli. «Io, invece, so bene che cosa vorrei dirvi. Voglio che sia fatta chiarezza sulla morte di mio figlio».carminespadafora@libero.it
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