Studenti milanesi a Pavia Chiesto «il conto» a Penati

Studenti milanesi a Pavia, paghi Filippo Penati. Centocinquantamila euro all’anno per i duemila allievi che frequentano gli istituti superiori di Pavia pur resiedendo in provincia di Milano. A sottoscrivere la richiesta di qualcosa come settantacinque euro all’anno per ogni studente è l’amministrazione provinciale pavese.
«Penati e la sua giunta devono prendere coscienza del fatto che questi studenti utilizzano servizi messi a disposizione da noi» annota Angelo Cioccia, assessore alla Formazione. Come dire: «Ben venga che Pavia diventi la città dello studio, ma è anche giusto che chi usufruisce delle scuole superiori si faccia carico di un contributo economico. Anche perché quell’undici per cento di milanesi rispetto ai diciottomila che frequentano le scuole pavesi penalizzano i nostri ragazzi.
Già, le domande di iscrizione agli istituti scolastici di Pavia sono, al momento, nettamente superiori ai posti disponibili e, quindi, c’è il rischio di non riuscire «più a governare il flusso». Motivo più che sufficiente per avviare un «tavolo di confronto tra le due amministrazioni», anche se «al momento siamo ancora fermi ad una fase di negoziazione».


E mentre l’ufficio scolastico provinciale pavese e le scuole locali hanno avviato un monitoraggio dei flussi scolastici, «necessario pure per la razionalizzazione dell’offerta formativa», l’amministrazione milanese di via Vivaio sembra indisponibile ad offrire quel contributo economico richiesto nella misura di 150mila euro. «Sarebbe un precedente quantomeno curioso, poi scadremmo nel ridicolo finendo per conteggiare contabilmente anche gli studenti pavesi che frequentano le superiori a Milano» commentano divertiti da Palazzo Isimbardi.

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