Sabato i cortei contro la riforma della scuola e il 25 ottobre la manifestazione del Pd. Ministro Meloni, ha la sensazione che ci sia un ritorno alla piazza da parte del centrosinistra?
«Credo che si tratti di fenomeni diversi e che uniscono spinte diverse. Sulla scuola, per esempio, cè sì una comprensibile opposizione di docenti e sindacati ma cè anche il coinvolgimento dei bambini che ho trovato non solo indegno, ma anche illecito».
Si riferisce alle foto dei bambini delle elementari che hanno manifestato contro la Gelmini?
«Usarli per gridare slogan di cui non capiscono neanche il significato è inqualificabile e denota un vero e proprio terrorismo psicologico verso le famiglie da parte di docenti e sindacati. Si sono prestati a una strumentalizzazione bella e buona».
Esclude che possano essere proteste spontanee?
«Mi scusi, ma che senso ha per studenti e famiglie difendere lo status quo ante del corpo docenti e delle baronie universitarie? La riforma prevede di razionalizzare i costi e reinvestire parte dei risparmi per migliorare le strutture scolastiche costruendo, per esempio, palestre dove non ce ne sono. Non capisco perché gli studenti dovrebbero essere contrari».
Unidea se la sarà fatta?
«Ho limpressione che il movimento studentesco si stia facendo trascinare».
Da chi?
«Dai docenti e dalle strutture di riferimento del movimento che sono, come è giusto che sia, i partiti e i sindacati».
La Cgil?
«Certamente nella piazza di sabato cera una forte componente della Cgil».
Insomma, una protesta eterodiretta...
«Io sono una che ne ha fatte tante, finanche contro governi di centrodestra perché quando le cose non vanno bisogna avere il coraggio di dirlo. E sono una che crede fortemente che la partecipazione sia un dato positivo, un arricchimento per tutti».
Però?
«Però il tema della credibilità è altrettanto importante. Che le posizioni di studenti e docenti convergano è una cosa mai capitata prima, una contraddizione in termini visto che hanno obiettivi diversi».
Insomma, quella contro la Gelmini non le è sembrata una piazza credibile...
«Ho avuto la sensazione di un alto tasso di ideologicizzazione, di manifestazioni organizzate non dal movimento ma dalle sue strutture di riferimento».
Prima non accadeva?
«Il tentativo di strumentalizzare il movimento studentesco cè sempre stato, ma negli anni passati la partecipazione era più ampia e si dialogava alla pari con i partiti riuscendo ad anestetizzarne gli eccessi. Non a caso, i protagonisti delle proteste sono sempre stati i Coordinamenti degli studenti e mai i partiti o i sindacati».
E oggi?
«Oggi i manifestanti ripetono a pappagallo quello che gli dice il partito di riferimento. Manca, per esempio, la parte di proposizione. Non sono daccordo su come reinvestire i risparmi? Ce lo dicano, né io né la Gelmini avremmo problemi a discuterne. Invece non so neanche se hanno chiesto un incontro con il ministro dellIstruzione».
Il 25 ottobre tocca al Pd e qualcuno già parla di un nuovo 68...
«Non mi pare che la situazione sia cambiata rispetto a qualche anno fa. Subito dopo la vittoria di Prodi fummo noi a portare in piazza milioni di persone, ora tocca a loro. Daltra parte, la partecipazione popolare è sempre un elemento positivo».
Quella di Veltroni, insomma, è una scelta giusta...
«Questo credo dipenderà dal grado di partecipazione.
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