Non si aprono le porte del carcere per Dembelé Garra, 20 anni, il calciatore originario del Mali ma cittadino francesce finito a Regina Coeli con laccusa di aver violentato una studentessa americana nella toilette del Supper club, discoteca trendy fra piazza Navona e il Pantheon, la sera dello scorso 9 ottobre.
Il Tribunale del Riesame, presieduto da Giuseppe DArma, ha respinto la richiesta di revoca o di modifica della misura cautelare avanzata dallavvocato Domenico Naccari. Per ora, dunque, a Garra, in Italia per effettuare dei provini presso alcune società calcistiche, non rimane che sperare nel ricorso che il suo difensore presenterà nei prossimi giorni al Gip chiedendo che allatleta vengano almeno concessi gli arresti domiciliari. Anche se questo comporterà la ricerca di un appartamento dove eleggere domicilio.
Garra, accusato di violenza sessuale e sequestro di persona (per aver privato la studentessa della libertà personale impedondele di uscire dal bagno della discoteca), continua a proclamarsi innocente. Non ha mai negato di aver avuto un rapporto con la ragazza, ma al Gip e ai giudici del Riesame ha assicurato che la giovane americana era consenziente. Non sarebbe stata costretta ad appartarsi con lui: «Ci eravamo piaciuti».
Lavvocato Naccari ha presentato in udienza alcune foto di ambienti del locale che dimostrerebbero limpossibilità di poter consumare una violenza nei bagni senza essere notati da qualcuno degli invitati alla festa. Di tuttaltro avviso, naturalmente, la vittima. «Mi ha costretta, mi ha chiuso in bagno e mi ha violentata», la sua versione, che la difesa sta cercando di far vacillare. Il calciatore ex Auxerre non riesce a spiegarsi come mai la studentessa americana abbia puntato il dito contro di lui.
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