da Milano
Era già stato fermato più volte e puntualmente aveva dato generalità diverse. Anche se la comparazione con le sue impronte digitali ha permesso di dargli un nome e cognome: Mohamed El Sheimi, nato in Egitto nell83, espulso lanno scorso dal questore di Cremona. Provvedimento rimasto ovviamente lettera morta. E laltra notte ha violentato una giovane americana per poi finire a San Vittore, chissà per quanto.
Mohamed è un bulletto egiziano che vive con altri cinque connazionali in zona Greco, non distante dalla stazione Centrale. Uno di questi, si guadagna onestamente da vivere come addetto alle pulizie al Le Club, discoteca di largo La Foppa, zona centro, frequentata da studenti universitari, in particolare stranieri. Lamico gli dice che forse nel locale stanno cercando un barman e lo invita a raggiungerlo giovedì sera per un colloquio di lavoro.
Mohamed si presenta al colloquio ma rifiuta il posto di lavoro e, dopo poco, la sua attenzione è presto attirata da unavvenente americanina, giunta a Milano dalla Florida per seguire un corso di studi alla Bocconi nellambito del programma internazionale Erasmus. La giovane, 21 anni, era arrivata insieme a un gruppo di amici. Viene «rimorchiata» dallegiziano (che ha appena rifiutato limpiego, ma si presenta come barman), i due bevono, forse troppo, quindi verso le 4 del mattino il ragazzo la invita a fare quattro passi. E purtroppo la giovane, mettendo da parte le più elementari regole della prudenza, accetta.
I due escono, fanno qualche passo verso il centro, poi legiziano, un po con le buone, un po con le cattive, la fa girare a destra in via Tommaso da Cazzaniga. Una stradina stretta, buia e deserta, chiusa al traffico per la risistemazione di alcuni vecchi e malandati edifici. Ancora qualche metro e sbucano in un parcheggio: da un lato un condominio, dallaltro uno stabile appena ristrutturato, quindi ancora vuoto, e una scuola. Insomma nessuno può sentire o vedere. Legiziano si butta sulla ragazza, lei cerca di divincolarsi, ma viene brutalmente scaraventata sul cofano di unauto parcheggiata. Poi la violenza. Pochi minuti, poi il bruto tira su i pantaloni e se ne va tronfio del proprio successo. Lei rimette a posto i vestiti e torna al locale. Dove ad attenderla trova gli amici. Lei racconta tutto, un ragazzo italiano chiama il 113, poco dopo sul posto cè una lettiga che porta la vittima alla clinica ginecologica Mangiagalli. Qui i medici confermano il rapporto sessuale violento: sul suo corpo lividi e abrasioni.
Nel frattempo la polizia si mette al lavoro, partendo dalla descrizione fornita dallamericana: nord africano, 20-25 anni, soprannome «Tito». Gli agenti individuano laltro egiziano che, in buona fede, aveva portato il connazionale in discoteca e lo invitano a chiamare lamico al cellulare. Allinizio nessuna risposta, infine dopo molte chiamate il violentatore risponde, spiegando che è quasi sotto casa. I poliziotti irrompono nellappartamento, dove trovano cinque egiziani, tra i quali il ricercato. Il ragazzo viene portato in questura, le impronte digitali consentono di identificarlo con certezza e soprattutto accertare che aveva subito un decreto di espulsione firmato dal questore di Cremona.
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