Stuprata dall’amico incontrato al parco

Ha accettato di frequentare quei due ragazzi, nonostante le amiche la consigliassero di tenersi alla larga e poi anche di appartarsi in auto con uno dei due, mentre l’altro «faceva da palo». Una fiducia ma riposta: la ragazza ha poi raccontato di essere stata aggredita, minacciata con un coltello e violentata. Dopo un pomeriggio di disperazione si è presentata in commissariato: gli agenti l’hanno portata alla Mangiagalli, dove è stato confermato il rapporto sessuale, e quindi hanno avviato le indagini per individuare i due. Un ricerca difficile perché la giovane ha fornito particolari molto vaghi.
La vittima ha 17 anni, è nata in Franca, ma si è trasferita qualche anno fa a Milano, in zona Baggio. Una situazione non facile, lei è orfana di un genitore, e in famiglia non ha molto dialogo. Frequenta, come molti suoi coetanei un giardinetto del quartiere dove conosce due ragazzi, anche loro stranieri, più o meno della sua età: uno forse coetaneo, l’altro forse già maggiorenne. Non proprio una frequentazione assidua, non si sono neppure mai scambiati i numeri di cellulare, solo saltuari incontri al parchetto. Comunque alcune amiche, che li conoscerebbero meglio, la mettono in guardia: sono «troppo» svegli e intraprendenti.
L’altra giorno, sembra sabato ma il racconto della giovane è piuttosto confuso, li trova nuovamente al solito giardinetto. A un certo punto i due la invitano a seguirli in un veicolo parcheggiato poco distante. Anche su questo dettaglio lei non è chiara, forse un auto, forse un furgone. Lei si infila dentro con uno dei due, mentre l’altro rimane fuori a fare da palo. Probabilmente lei pensava a semplici effusioni, mentre il ragazzo ha ben altro per la testa. Così quando l’adolescente cerca di fermarlo, lui avrebbe tirato fuori un coltello, costringendola un rapporto completo e soprattutto non protetto.
Lei poi viene lasciata andare, torna a casa disperata, temendo anche di essere rimasta incinta. Si confida con un amica che la convince a denunciare tutto alla polizia. Le due adolescenti si presentano al posto di polizia di Baggio. Gli agenti avvertono la Mobile e portano la giovane alla Mangiagalli, dove i medici riscontrano segni di un rapporto sessuale, ma non quelli tipici dello stupro, lividi ed ecchimosi sul corpo, spesso comunque assenti in simili circostante. La vittima vien lasciata tranquilla un paio di giorni, lunedì si presenta a scuola per la ripresa delle lezioni e nel pomeriggio viene sentita ancora dagli investigatori. Lei rimane incerta su molti particolari, ripete che non sa come rintracciare gli aggressori perché con loro non s’è mai sentita al telefono, né ha scambiato messaggi.
Le indagini partono dunque da un’unica certezza: il Dna del giovane che ha avuto rapporti con la ragazza, ricavato dai liquidi biologici. Per il resto pochi punti fermi: l’aggressore e il complice sono stranieri, hanno tra i 17 e i 19 anni e praticano quei giardinetti. Un po’ poco.

Gli investigatori dovranno dunque sentire tutti i ragazzi della cerchia, a caccia di qualcuno che li conosca. E cercare in zona qualche telecamera che abbia immortalato i due giovani, per avere almeno una loro immagine.

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