Sarà il test del Dna a dire se tra gli otto romeni portati ieri in questura ci sono anche gli stupratori della ragazzina di 14 anni aggredita sabato pomeriggio mentre passeggiava con il fidanzatino nel parco della Caffarella. I sospettati sarebbero pregiudicati e la polizia avrebbe le loro presunte generalità, probabilmente degli alias forniti alle forze dellordine quando in passato erano stati fermati.
Giornata convulsa, quella di ieri, per gli investigatori che stanno braccando da giorni i violentatori della Caffarella, dopo che la vittima è riuscita a fornire una descrizione dettagliata di almeno uno dei suoi stupratori. La sensazione è che la svolta sia vicina, ma prima di far scattare eventuali arresti gli inquirenti vogliono aspettare che gli accertamenti effettuati trasformino gli indizi in accuse. Per il momento le manette sono scattate ai polsi di un romeno, L.I., fermato a Primavalle. Su di lui peserebbe il sospetto di essere lautore della violenza sessuale ad una donna in via Andersen, lo scorso 21 gennaio. Ma gli investigatori stanno lavorando per verificare il suo eventuale coinvolgimento anche nello stupro del giorno di San Valentino. L.I. ha i capelli lunghi, ricci e folti sul davanti. E al momento del fermo indossava un giubotto grigio, a losanghe, jeans grigio scuro e scarpe sportive. Il suo arrivo in questura, assieme ad altri sette connazionali, aveva mandato in fibrillazione la stampa della capitale. Ma, hanno fatto capire gli investigatori, solo gli accertamenti, compreso il test del Dna, potranno dare risposte definitive.
In sostanza, hanno detto in questura, per arrivare alla cattura dei veri responsabili bisogna fare un passo dopo laltro per fare in modo che tutti gli indizi raccolti siano poi compatibili con gli elementi già in mano alla polizia. Ed uno degli elementi che gli investigatori ritengono fondamentali potrebbe essere la traccia biologica rilevata dalla polizia scientifica negli abiti della ragazzina violentata e nel terreno dove è avvenuto lo stupro. Una traccia biologica che però deve essere comparata con quella delle persone sospettate. E per fare questo servono almeno altre 24 ore affinché i laboratori possano dare una risposta più o meno certa. La «pressione» della polizia sulla criminalità straniera e locale in questo momento è molto forte e prima o poi potrebbe dare i risultati sperati. Ieri pomeriggio anche i fidanzatini della Caffarella sono stati convocati ancora a San Vitale per una ricognizione fotografica.
«Il momento è delicato, adesso è dobbligo il silenzio», dicono in questura. Il questore Giuseppe Caruso lasciando gli uffici di via San Vitale dice nettamente: «Non cè nessuna novità».
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