Tentativo di omicidio, sequestro di persona e violenza sessuale: per questi reati i pubblici ministeri Maria Monteleone ed Erminio Amelio hanno chiesto il giudizio immediato per Ioan Rus, il romeno che la sera del 16 aprile scorso alla Storta aggredì una studentessa africana incontrata sul treno che porta a Viterbo. La ragazza fu praticamente sequestrata dalluomo che la portò in un campo nei pressi della stazione de La Storta dove la violentò ferendola con un colpo di coltello al fianco. A salvare la ragazza fu lintervento di due automobilisti che chiamarono i carabinieri che arrestarono laggressore.
Il giudizio immediato, su cui è previsto un vaglio formale del gip che dà il via libera al processo, permette di saltare la fase delludienza preliminare e può essere chiesto dal pm, entro novanta giorni dalla iscrizione della notizia di reato, «quando la prova appare evidente sui fatti dai quali emerge levidenza della prova» (secondo quanto previsto dallarticolo 453 c.p.p.).
Inizialmente Rus aveva affermato di non ricordare quanto avvenuto quella sera per poi sostenere che con la donna aveva avuto un rapporto consenziente. Luomo negò anche di aver ferito con un coltello la studentessa, ma di aver usato larma solamente per tagliare una recinzione. La ragazza ha invece sempre sostenuto le accuse nei confronti del romeno, cristallizzando la sua versione dei fatti anche nel corso di un incidente probatorio. Rus fu anche oggetto di una perizia psichiatrica, al cui esito lesperto, Roberto Malano, nominato dal gip Andrea Vardaro aveva concluso che luomo è capace di intendere e di volere, nonché di stare in giudizio. Lo stesso gip fu quello che firmò lordinanza di custodia cautelare per il romeno. Nel provvedimento restrittivo il giudice affermò che le «modalità» con cui Rus Ioan avrebbe abusato della studentessa sono «sintomatiche di elevatissima pericolosità sociale, di un carattere particolarmente feroce, violento, della totale assenza di freni inibitori e del disprezzo totale per la vita altrui». Secondo il giudice, in particolare, sussiste inoltre il «concreto pericolo» che il romeno «commetta delitti della stessa specie».
«Sussiste - si legge nellordinanza - inoltre, tenuto conto della gravità del fatto, della presumibile elevata entità della pena che sarà irrogata, della condotta tenuta da Rus, che ha cercato di scappare quando sono intervenuti i carabinieri, il concreto pericolo di fuga».
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