La riforma della scuola si deve fare. E i tagli sono necessari. Sapete chi parla così? La Gelmini? Tremonti? Berlusconi? Macché: il presidente della Repubblica, Napolitano. Il suo discorso ufficiale allinaugurazione dellanno scolastico è stato un distillato quirinalizio di buon senso e realismo, un richiamo alla responsabilità di tutti, un sostanziale via libera ai provvedimenti del governo. E una scoppola micidiale sulla cucuzza di Veltroni, che proprio ieri, in contemporanea allintervento del Colle, aveva programmato lattacco al cuore della Gelmini. Povero Walter, non gliene va bene una. Ma un po se la cerca: quando si scatena la guerra, bisognerebbe prima assicurarsi di non vestire la divisa da Sturmtruppen.
Luffizialen superioren del Pd, invece, è stato avventato: partito allassalto, è inciampato al primo ostacolo, proprio come i goffi soldatini di Bonvi. Il Capo dello Stato, infatti, gli manda a dire senza giri di parole che è sbagliato arroccarsi nel passato, perché la scuola va cambiata con coraggio. E che è sbagliato pure contestare i tagli, che sono necessari per ragioni di bilancio: «Nessuna parte sociale e politica può sfuggire a questo imperativo».
Alcuni editorialisti vicini alla sinistra, come Luca Ricolfi, avevano avvertito lopposizione che puntare la campagna dautunno sulla scuola era mossa azzardata. Oltre che basata su falsità: non è vero che i tagli ammontano a 8 miliardi di euro (per il prossimo anno sono solo 0,5), non è vero che si licenziano 87mila insegnanti (la riduzione avverrà entro il 2012 limitando le assunzioni) e non è vero che sparirà il tempo pieno, tanto per citare alcune accuse ricorrenti. Ma gli avvertimenti non sono stati sufficienti a fermare le Veltrontruppen: manifestazioni in piazza, studenti e professori mobilitati, ostruzionismo alla Camera e Cgil che minaccia lo sciopero generale.
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