Economia

Su Termini c’è l’accordo. Fiom: sì sofferto

Ora per Termini Imerese si può veramente pensare al futuro. Il colpo di acceleratore impresso venerdì dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha fatto sì che il nodo degli esuberi, dopo l’addio di Fiat al polo industriale siciliano, fosse sciolto al termine di una giornata di colloqui. Quasi un miracolo, visto che il neoministro ha ottenuto, con la sua mediazione, i classici due piccioni con una fava: 21 milioni, al posto dei 15 previsti, per pagare gli incentivi alla mobilità dal capo del Lingotto, Sergio Marchionne; la firma dell’accordo, seppur con i soliti mugugni, dai «signor no» della Fiom. Risultato: sono stati identificati in 640 i lavoratori ormai ex Fiat, in pratica quelli che non sarebbero stati assorbiti dalla nuova proprietà (Dr Motor) che beneficeranno dell’accompagnamento alla pensione; l’incentivo massimo, per chi starà quattro anni in mobilità, ammonta a 22.850 euro oltre all’indennità di mancato preavviso e al premio fedeltà: in particolare, 4.445 euro il primo anno, 5.921 euro per gli anni successivi al primo, più 650 euro per la firma della conciliazione.
«L’intesa raggiunta sugli incentivi da erogare ai lavoratori in possesso dei requisiti per il pensionamento - spiega una nota del ministero - consentirà la conclusione del negoziato con Dr Motor e, successivamente, la stipula dell’accordo tra Fiat, ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico per l’accesso alla cassa integrazione straordinaria. È stata infatti accettata la proposta fatta dal ministero dello Sviluppo, coadiuvato dall’advisor Invitalia, a Fiat e alle parti sociali» sul nodo che riguardava proprio la mobilità incentivata. Domenico Arcuri, ad di Invitalia, nel sottolineare la mediazione decisiva del ministro, rileva anche come «a fronte dei 1.312 posti messi a disposizione da Dr Motor, gli occupati ex Fiat saranno 1.280. E, quindi, la parte rimanente potrà riguardare altre persone che gravitano nella zona. Si assicurerà, dunque, più lavoro rispetto al periodo pre-crisi dell’impianto siciliano».
Le parti, a questo punto, si sono date appuntamento il prossimo 1 dicembre per mettere il sigillo all’accordo. Nel frattempo è stato tolto il presidio davanti allo stabilimento affacciato sul mare tra Palermo e Cefalù.
La firma «forzata» della Fiom farebbe preludere a possibili colpi di coda in occasione proprio dell’incontro finale di giovedì prossimo. Gli uomini di Maurizio Landini, infatti, vorrebbero indire un referendum e limitarsi a considerare quella di ieri un’ipotesi di accordo. Comunque, la sigla sul documento la Fiom l’ha posta. Ed è questo che conta. Enzo Masini, braccio destra di Landini, esprime soddisfazione e «amarezza» perché, precisa, «rimane il fatto che Fiat ha approfittato della situazione e ha imposto una riduzione delle tabelle che solitamente usa in questi casi (il Lingotto ha cercato di tirare fuori meno soldi possibili per il fatto di aver già garantito l’utilizzo gratuito dell’impianto a Dr Motor, ndr). Nemmeno il governo è riuscito a farle fare retromarcia. Resta quindi l’amarezza per un dispetto che Fiat ha voluto fare ai lavoratori. Abbiamo firmato per senso di responsabilità». La replica di Rocco Palombella, leader della Uilm: «Quando la Uilm sottoscrive un’intesa lo fa senza riserve. Dispiace osservare che qualche altra organizzazione appone la firma e poi sembra che sia stata costretta. L’accordo, invece, è importante perché sancisce una prospettiva certa per lo stabilimento.

Sono fiducioso sul raggiungimento della firma finale l’1 dicembre».

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