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«Ma la sua vittoria scatenerà solo disordini»

da Ankara

È il giornale della Turchia laica per eccellenza. Cumhuriyet, che in turco significa Repubblica, comparve nelle edicole per la prima volta il 7 maggio 1924, quando si utilizzava ancora la lingua ottomana. A fondarlo fu Yusuf Nadi, grande amico di Mustafa Kemal Ataturk, Padre della Turchia moderna. Il Giornale ha intervistato Ibrahim Yilmaz, il suo direttore, e gli ha chiesto quale sia la situazione nel Paese alla vigilia di un voto storico e che cosa potrebbe significare una seconda vittoria del premier islamico-moderato Recep Tayyip Erdogan.
Direttore, domani si vota. Come vede il suo Paese alla vigilia di un appuntamento così importante?
«All'inizio della campagna elettorale sembrava un Paese che si recava alle urne per scegliere il suo nuovo Parlamento. Nelle ultime settimane il clima è diventato più teso e ci sono stati atti di violenza. Adesso la situazione è critica, non solo per l'esito del voto, ma per quello che verrà dopo».
Si riferisce all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica?
«Esattamente. Se Recep Tayyip Erdogan conquisterà nuovamente la maggioranza parlamentare allora temo tornerà a premere per fare eleggere come capo dello Stato uno del suo partito o che comunque favorisca la sua politica».
I sondaggi parlano chiaro. Il consenso per l'Akp (il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo, ndr) è attorno al 40%. È convinto che il premier uscente possa ancora perdere le elezioni?
«Aspetto i risultati definitivi. L'Akp può anche prendere il 40%, ma bisogna vedere che percentuale conquistano il Chp (Partito Repubblicano del popolo) e il Mhp (Partito nazionalista). Se è sufficientemente alta possono fare una buona opposizione e soprattutto impedire che Erdogan elegga il presidente della Repubblica autonomamente».
E se Erdogan rivince?
«La laicità che questo Stato ha difeso per tanti anni per la prima volta dopo tanto tempo sarà in serio pericolo. La situazione è grave. Molto».
Come sono stati questi quattro anni e mezzo di governo islamico-moderato?
«Sono stati anni brutti. La Turchia è cambiata ed Erdogan è riuscito a nascondere questo cambiamento dicendo che il Paese si stava modernizzando, che stava entrando in Europa. I risultati li vediamo oggi: il Paese vive in un clima esacerbato. Ci sono due fazioni che sono sempre più contrapposte. La pubblica amministrazione ha raggiunto livelli di corruzione inaccettabili».
Però se Erdogan rivince è perché la gente lo vota. La Turchia oggi è più laica o islamica?
«Se Erdogan rivince è perché una parte del suo elettorato crede alle sue promesse di ricchezza e benessere non perché tutti condividano la sua ideologia. La Turchia è una Stato laico ed è laica la sua gente. Lo hanno dimostrato milioni di persone, che nei mesi scorsi sono scesi in piazza, senza nessun tornaconto, ma per difendere il loro Paese».
Che cosa ha apprezzato meno durante il governo di Recep Tayyip Erdogan?
«L'arroganza con la quale hanno cercato di imporre Abdullah Gul a Presidente della Repubblica e con la quale sta cambiando la nostra Costituzione».
Che ne pensa del velo islamico?
«Le donne il velo in Turchia lo hanno sempre portato. Erdogan ha caricato questa scelta di un significato politico-ideologico che prima non aveva.

Adesso è un elemento di differenziazione».

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