Subito 67mila assunti contro il precariato

RomaAssunzione a tempo indeterminato per circa 67.000 precari della scuola in tre anni ed eliminazione definitiva del precariato in sei o sette anni. Aggiornamento triennale delle graduatorie. Istituzione di un fondo per il merito per finanziare prestiti d’onore e borse di studio per gli universitari più meritevoli. Nuove regole per gli stipendi dei professori universitari: la progressione economica sarà legata all’impegno e ai risultati raggiunti e non più soltanto all’anzianità. Approvazione del Testo unico per l’apprendistato, che prevede la possibilità di assolvere l’obbligo di istruzione e conseguire una qualifica proprio attraverso i contratti d’apprendistato.
«Per i precari abbiamo varato un piano di immissioni in ruolo su base triennale - spiega il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini - Andremo a garantire il posto di lavoro ai precari occupando tutti i posti vacanti e disponibili che sono circa 30.000 per gli insegnanti e circa 37.000 per i non docenti». Si partirà subito dall’anno scolastico 2011/2012.
L’obbiettivo finale è quello di assorbire tutti i precari in circa sei anni. Le stime dei sindacati arrivano a circa 250.000 unità tra docenti e non docenti precari ma quelle del ministero sono più basse. Un accordo importante quello raggiunto con i sindacati Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda perché sul governo pendeva il rischio dei ricorsi da parte di migliaia di precari. Un rischio più concreto da quando un giudice del lavoro di Genova ha condannato il ministero a pagare un risarcimento di quasi mezzo milione di euro a 15 precari riconoscendo anche i diritti pregressi. Una sentenza di primo grado che però aveva preoccupato l’esecutivo perché se tutti i precari con almeno tre anni di contratto avessero fatto ricorso si sarebbe arrivati a un risarcimento di quasi tre miliardi di euro. Ovviamente il ministro farà ricorso contro la sentenza di Genova ma intanto è stata trovata una soluzione accettata anche da (quasi) tutti i sindacati, allontanando così il rischio di nuovi possibili ricorsi.
Altro nodo da sciogliere era quello delle graduatorie dopo che la Consulta aveva sancito il diritto alla mobilità degli insegnanti conservando il pieno punteggio e dunque con un inserimento «a pettine» e non in coda come aveva voluto invece il ministero. Nel decreto è stabilito che l’aggiornamento avverrà con cadenza triennale e con possibilità di trasferimento in un’unica provincia e soltanto dopo cinque anni per coloro che vengono immessi in ruolo al fine di garantire la continuità didattica.

Prorogato anche il salva-precari che garantirà le supplenze temporanee prima di tutto ai titolari di incarichi annuali nell’anno precedente.
Varati infine due decreti attuativi della riforma universitaria che regolamentano agli aumenti di stipendio dei professori sulla base del merito, gli scatti di anzianità restano ma non saranno più il solo criterio.

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