Sudafrica -8 Se Ringhio sente odore di coppa...

Cambiando l’ordine dei fattori cambia il risultato ma la sostanza resta ancora non meglio definita. Le scaramanzie di rito ricordano che un pareggio con gli svizzeri porta buono, così accadde nel duemila e sei. Ora mi chiedo se sia serio per una nazionale che ha vinto quattro titoli mondiali, dover fare i tarocchi e consultare gli almanacchi per sapere quale potrà o potrebbe essere il proprio futuro. Capita, quando gli argomenti non possono essere altri, per il momento. All’allenatore viareggino interessava capire se le brutte immagini viste contro il Messico fossero soltanto fotografie sfocate e conseguenza dei carichi di lavoro in quota o se il problema fosse invece più serio.
Di certo le riserve stanno meglio dei titolari, anche questo succede nel calcio; la squadra di Ginevra è sembrata più reattiva, aiutata dai limiti difensivi degli svizzeri (con l’ex rossonero Senderos protagonista di alcune gaffes memorabili) ma soprattutto dall’energia meravigliosa di Rino Gattuso con il quale il commissario tecnico azzurro dovrà fare i conti e riflettere. In breve: il calabrese, chilometrato per tutta la stagione nel Milan, sente il profumo della coppa del mondo, non è uomo che tradisce e la domanda è scontata: è inferiore all’attuale De Rossi o al Marchisio fuori ruolo? O, addirittura, non potrebbe comunque giocare con i due di cui sopra?
A nove giorni dal nostro esordio contro il Paraguay restano molti, forse troppi, interrogativi e tutti importanti, Chiellini sta meglio di Cannavaro, così come la coppia di esterni Maggio-Zambrotta sembra offrire migliori garanzie di Zambrotta-Criscito, soprattutto l’esterno del Napoli. E poi, la formula tre in attacco (chi scrive e parla di un copia e incolla dell’Inter dimentica il trio juventino dei favolosi anni Novanta, Del Piero-Vialli-Ravanelli) non è ben assortita e ha già creato qualche malumore.
Ma i dubbi non sono una sorpresa. Rispetto al duemila e sei la formazione tipo presenta soltanto tre titolari delle prime quattro squadre in classifica dell’ultimo campionato: De Rossi, Pirlo e Zambrotta, mentre allora furono ben nove. Qualcosa dovrà pur significare, anche se il selezionatore ritiene che il gruppo possa essere più importante della squadra.
Totale: qualche giorno di vacanza, per rinfrescare la testa e poi partire, con i dubbi di prima, le perplessità che questa nazionale si porta appresso da sempre e per sempre, nonostante le medaglie e la sua storia internazionale.
Due amichevoli non hanno aggiunto nulla e, forse, hanno tolto qualcosa.

Dobbiamo sperare che gli infortunati possano guarire, dobbiamo sperare che alcuni titolari intoccabili (Cannavaro) capiscano che non si è campioni in eterno, dobbiamo sperare che le congiunture felici si ripetano, dobbiamo sperare che Benito Archundia, l’arbitro messicano designato per la prima partita contro il Paraguay, venga di nuovo abbracciato da un azzurro come accadde con Materazzi nella semifinale contro la Germania del duemila e sei.
Come si può capire si vive tra nostalgie e speranze. Di football si parlerà un’altra volta.

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