Roma

Suggestiva cronistoria per immagini del capolavoro di fede

Al Braccio di Carlo Magno l’esposizione sulla basilica di San Pietro

Silvia Castello

Dopo l’annuncio di papa Benedetto XVI circa l’apertura del quinto centenario della Basilica di San Pietro, la Reverenda Fabbrica della chiesa vaticana ha illustrato il programma ufficiale delle principali attività celebrative che proseguiranno fino al prossimo aprile 2007. Negli spazi espositivi del Braccio di Carlo Magno, è stata presentata la mostra «Petros Enì/Pietro è qui» curata da Antonio Paolucci e coordinata da Cristina Carlo-Stella. L’evento si avvale di un illustre comitato scientifico presieduto da Sua Eminenza Rev. ma Card. Francesco Marchisano, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana; Sua Eccellenza Rev. ma Mons. Angelo Comastri, Presidente della Fabbrica di S. Pietro; Sua Eccellenza Rev. ma Mons. Vittorio Lanzani, Delegato della Fabbrica di San Pietro. L’iniziativa ripropone l’evento storico della posa della prima pietra nella nuova basilica di San Pietro, avvenuto il 18 aprile 1506, come occasione per una riscoperta della motivazione profonda per cui questo luogo di culto è stato segnato nei secoli dagli splendori del genio artistico e cioè in quanto sede della testimonianza di fede dell’apostolo Pietro. L’excursus espositivo - visibile dal 12 ottobre fino all’8 marzo 2007 - presenta capolavori e disegni provenienti dalle maggiori collezioni museali al mondo che documentano la genialità progettistica delle personalità coinvolte nella celeberrima impresa di costruzione. Manoscritti appartenenti alla preziosa collezione dell’Archivio Storico della Fabbrica, all’Archivio Segreto Vaticano e alla Biblioteca della Casa Buonarroti di Firenze. Rare testimonianze archeologiche, collegate al contesto costantiniano dell’Antica Basilica e alla necropoli sottostante, che rivelano l’espressione devozionale delle prime comunità ecclesiali verso la persona dell’Apostolo Pietro. Sono esposti anche codici appartenenti alle collezioni speciali della Biblioteca Apostolica Vaticana, capolavori pittorici, che illustrano l’iconografia petrina e i brani neotestamentari più antichi sulla testimonianza, vita e personalità dell’apostolo.
«Tutti sanno che la nuova Basilica è stata costruita sull’antica Basilica voluta dall’imperatore Costantino, iniziata verso il 320 e ultimata verso il 355 e che Costantino ha voluto esattamente sulla tomba dell’Apostolo Pietro, sepolto sul Colle Vaticano - spiega il Cardinale Francesco Marchisano, Arciprete della basilica -. Dopo milleduecento anni, l’antica costruzione dava segni evidenti di fragilità strutturale, per cui già dalla fine del 1300 i sommi pontefici pensarono di costruire una chiesa nuova, progetto che fu poi realizzato con la posa della prima pietra posta esattamente 500 anni or sono da Giulio II. Non sto a dilungarmi sulla complessità dei lavori in corso per circa 130 anni. Ma voglio solo ricordare che nessun altro monumento ha avuto il contributo di tanti celebri architetti: basti pensare al Bramante, Antonio da Sangallo, Baldassarre Peruzzi, Michelangelo Buonarroti, Raffaello, Giacomo Della Porta, Domenico Fontana, Carlo Maderno, Gian Lorenzo Bernini».
«Ed è uno dei luoghi più visitati al mondo: ogni giorno abbiamo da 5mila a 20mila visitatori, e si è giunti qualche volta anche a 30mila presenze - continua Marchisano, che rivela anche un piccolo aneddoto personale -. Al mattino io compio sempre una visita nella Basilica, anche per incontrarmi con qualche visitatore proveniente da lontane nazioni. Mi fermo volentieri a parlare con loro e resto sempre ammirato quando mi raccontano le loro impressioni nel trovarsi in questa chiesa, la cui struttura ed il cui arredo artistico compie una vera opera di “prima evangelizzazione”».
«Il luogo esatto in cui venne posta la prima pietra corrisponde all’attuale pilone della Veronica - prosegue monsignor Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro -. Però la decisione di costruire una nuova basilica di San Pietro comportava un’altra drammatica decisione: la demolizione della vecchia. Viene da chiedersi: e perché, se si voleva costruire una nuova basilica, non è stato scelto un luogo più adeguato rispetto allo scosceso colle Vaticano? La risposta è evidente: non ci si voleva spostare di un centimetro dal colle Vaticano, perché un’antica tradizione affermava che questo era il luogo della sepoltura dell’Apostolo Pietro». «La tradizione - spiega ancora Comastri - è riferita da Eusebio di Cesarea che racconta la polemica sorta tra un presbitero romano, di nome Gaio, e un rappresentante di una setta di nome Proclo. Gaio, per sottolineare l’autorevolezza della Chiesa di Roma, afferma: “Se vuoi, io ti posso mostrare i trofei degli apostoli Pietro e Paolo: quello di Pietro sul Colle Vaticano e quello di Paolo sulla via Ostiense”». Per quanto riguarda le conferme archeologiche della tradizione orale e scritta, Comastri aggiunge: «Nel 1939, per decisione del papa Pio XII, vennero iniziati i lavori di scavo sotto la basilica di San Pietro. Con grande stupore è stata ritrovata una edicola identificata con l’edicola di Gaio; e poi venne scoperto il celebre muro rosso con il graffito “Petros Enì” e una serie di altri graffiti che testimoniano la devozione a Pietro in questo luogo. Le celebrazioni del quinto centenario vogliono semplicemente sottolineare questo fatto, affinché si ravvivi la devozione verso l’Apostolo Pietro per arrivare anche noi, insieme a lui, a professare con rinnovato entusiasmo la nostra fede». Gli eventi culturali comprenderanno inoltre, la Messa Solenne del Requiem di Mozart a cura della Wiener Philarmoniker, nella Basilica di San Pietro, il 19 novembre 2006. Un’iniziativa questa, promossa dal Cardinale Christoph Schonborn, O.P., Arcivescovo di Vienna e dell’Arcidiocesi di Vienna, in occasione anche del 250 anniversario dalla nascita di W. A. Mozart.

E il convegno internazionale «San Pietro nella Sacra Scrittura, nella Devozione, nell’Iconografia» che si svolgerà in Vaticano il 19 gennaio 2007, presso la Sala del Sinodo.

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