Roma

Sui nuovi manager la spada di Damocle di possibili ricorsi

Quanto veramente sia stato in capo ai sei saggi, nominati da Piero Marrazzo, decretare la nomina dei vertici Asl se lo chiede senza mezzi termini il capogruppo dell’Udc Luciano Ciocchetti. E il perché è presto detto. «Cominciamo col fatto che l’elenco degli idonei approvato dalla giunta il 26 luglio non è stato ancora pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio e quindi è come se non esistesse. Mi pare - aggiunge - che il terremoto provocato da vari esponenti del centrosinistra dimostri che non vi è condivisione su queste scelte e che l’indicazione di nomi sconosciuti dimostra che la famosa asticella è stata talmente abbassata da indurci a dire che la montagna ha partorito il topolino».
Ironia a parte, se si scorre l’elenco dei neo-nominati non può sfuggire che sotto il nome Giovanni Di Pilla (laureato in filosofia con tesi sul brigantaggio nel Molise), nuovo direttore dell’Asl Roma G, sia posto in bella mostra il titolo di dirigente di partito politico a livello provinciale e regionale, responsabile regionale della sanità, giornalista, consigliere regionale, membro della commissione sanità e vicepresidente del Consiglio regionale del Molise. E di quale schiera? Pds prima e Ds poi.
E ancora. Su Luigi Macchitella, che andrà a dirigere il San Filippo Neri, c’è poco da aggiungere invece: se non che, quando ricopriva il ruolo nel 1994 di direttore sanitario al Nuovo Regina Margherita si oppose da «cigiellino doc» a ospitare una visita del candidato Silvio Berlusconi in ospedale durante la campagna elettorale. Passando a esaminare poi la figura di Carlo Saponetti, ora scelto per dirigere l’Asl Roma A - il centro storico della capitale - si viene a sapere che fino a poco fa ricopriva l’incarico di dirigente di impianti e manutenzione del San Giovanni Addolorata. È vero che per la giunta Marrazzo «la sanità è allo sfascio», ma nominare addirittura un ingegnere per «ricostruirla» sembra un «calembour». Una vecchia conoscenza dell’assessorato alla sanità laziale però, è pure Flori De Grassi neo-manager dell’Asl Roma D. Perché già durante l’ex giunta Badaloni ricopriva il ruolo di responsabile del dipartimento ospedaliero al San Filippo Neri mentre, negli ultimi anni è stata direttore sanitario a Pisa. E dalla Toscana verrebbe pure Marco Biagini incaricato per l’Asl Roma F, già direttore del dipartimento di nefro-urologia dell’ospedale San Paolo. Una vecchia conoscenza della sanità di Civitavecchia. E se fosse tutto qui forse ci si potrebbe accontentare, ma tra tutte le conoscenze del centrosinistra salta agli occhi la nomina di Giusy Gabriele. L’ex assessore capitolino già delegata alle Politiche della salute nella seconda giunta Rutelli sarà posta alla regia dell’Asl Roma D. Eppure su questo nome, anche troppo noto in città, si alza l’ombra del ricorso per mancanza di requisiti minimi. A sottolinearlo con forza è il segretario romano della Fials-Confsal Gianni Romano secondo il quale «rimane da capire in che modo possano essere riconosciuti alla Gabriele i 5 anni di incarico dirigenziale in qualità di direttore di unità operativa complessa».

A questo punto, uno tra gli oltre 400 idonei in graduatoria potrebbe aprire una vertenza e scalzarla dal ruolo.

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