Milano, piazza Duca d'Aosta, davanti alla Stazione centrale, ore 17. Il verde dei prati spelacchiati scompare sotto un tappeto di lattine di birra, cartoni di vino, cartacce e pagine di giornali. Sui bordi di granito è sdraiata un'umanità multicolore e multiforme: chi sonnecchia con un valigia per cuscino (in attesa del treno?), chi consuma l'ennesima birra tenendo fra i piedi le lattine già vuotate e quelle da vuotare, chi si perde in soliloqui.
Sotto pensiline ingenuamente progettate per proteggere le biciclette fissate alle rastrelliere bivaccano gruppi di romeni: un paio di loro con chitarra e fisarmonica se la cantano e se la suonano; qualcun altro lancia apprezzamenti, fortunatamente incomprensibili, alle ragazze che passano. Tra la Galleria delle carrozze e l'imboccatura della metropolitana c'è un piccolo suk: bancarelle di ogni tipo - abusive, improvvisate e precarie - per qualsiasi settore merceologico: dalle mutande alle collanine, dagli occhiali ai libri di Scientology. La scalinata che porta al metrò è coperta dai giornali offerti da volenterosi «strilloni», presi e subito abbandonati perché gratis.
Tre poveri poliziotti (naturalmente neppure un ghisa) si aggirano desolati, sconfortati, impotenti.
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