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Sul 2007 già si allunga l’ombra di Pippo Baudo

nostro inviato a Sanremo

Piano piano là in fondo si inizia già a sentire il suo nome. Oddio, se questo Festival fosse un successone magari l’eco sarebbe meno forte e invece lo share traballante favorisce le illazioni. Insomma, l’arrivo, anzi il ritorno, di Pippo Baudo a Sanremo è come lo sketch di Ilary Blasi con Totti ieri sera: una sorpresa così tanto annunciata che alla fine uno non ce la fa proprio a stupirsi. D’altronde il Baudillo (il Festival esalta la sua vena dittatoriale) in Riviera è di casa: dieci volte al comando. Lo ha preso nell’anno più difficile, il 1968, quando solo a nominarle le canzonette facevano scendere la gente in piazza. Poi ha piluccato un po’ di anni Ottanta. Ma nei Novanta è davvero riuscito a disegnarlo a sua immagine e somiglianza, governandolo dal 1992 al 1996, modificando regolamenti e canzoni e addirittura inventandosi la controprogrammazione ante litteram, perché senza di lui Striscia la Notizia non sarebbe riuscita a molestare il Festival come ha fatto per anni (a proposito: ora è dispersa). Perciò ora casca a pennello. Questo è il Festival della transizione per tanti motivi. Il vento elettorale potrebbe modificare gli equilibri in Rai e il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce – quattro festival all’attivo - ha più volte espresso il desiderio (o perlomeno il sogno) di cambiar poltrona. Il direttore artistico Gianmarco Mazzi – sanremese da tre anni – è riuscito a realizzare il progetto di portare all’Ariston i pezzi pregiati della canzone, da Celentano a Vasco Rossi, e potrebbe anche lui cambiare casacca. Quindi Baudo. Sarebbe lui l’uomo adatto a dirigere la rifondazione del Festival e mica l’ha mai nascosto. Dopo il patatrac ricucito due anni fa dal direttore generale Cattaneo (dimissioni da direttore artistico), lui ha iniziato l’accerchiamento del Festival. A ogni intervista gli si lucidano gli occhi solo a sentir parlare di Sanremo, di cui naturalmente è uno dei padri fondatori. E molti, specialmente quelli smaliziati, hanno visto un po’ di compiaciuta strategia baudesca nel can can salottiero sollevato dall’esclusa Annalisa Minetti, che è protetta e gestita da Dino Vitola, amico di lunga data. E, a quanto si dice, i vertici Rai avrebbero già tastato con successo il terreno alla fine dell’anno scorso, quando il cast di questo Festival era ancora di là da venire.

D’altronde il nuovo direttore generale Alfredo Meocci si è spesso dichiarato per il recupero dei vecchi miti. Con Mike Bongiorno ci ha provato, e la distanza era molta. Con Baudo sarà più facile, se non altro perché lui non aspetta altro.

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