nostro inviato a Sanremo
Piano piano là in fondo si inizia già a sentire il suo nome. Oddio, se questo Festival fosse un successone magari leco sarebbe meno forte e invece lo share traballante favorisce le illazioni. Insomma, larrivo, anzi il ritorno, di Pippo Baudo a Sanremo è come lo sketch di Ilary Blasi con Totti ieri sera: una sorpresa così tanto annunciata che alla fine uno non ce la fa proprio a stupirsi. Daltronde il Baudillo (il Festival esalta la sua vena dittatoriale) in Riviera è di casa: dieci volte al comando. Lo ha preso nellanno più difficile, il 1968, quando solo a nominarle le canzonette facevano scendere la gente in piazza. Poi ha piluccato un po di anni Ottanta. Ma nei Novanta è davvero riuscito a disegnarlo a sua immagine e somiglianza, governandolo dal 1992 al 1996, modificando regolamenti e canzoni e addirittura inventandosi la controprogrammazione ante litteram, perché senza di lui Striscia la Notizia non sarebbe riuscita a molestare il Festival come ha fatto per anni (a proposito: ora è dispersa). Perciò ora casca a pennello. Questo è il Festival della transizione per tanti motivi. Il vento elettorale potrebbe modificare gli equilibri in Rai e il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce quattro festival allattivo - ha più volte espresso il desiderio (o perlomeno il sogno) di cambiar poltrona. Il direttore artistico Gianmarco Mazzi sanremese da tre anni è riuscito a realizzare il progetto di portare allAriston i pezzi pregiati della canzone, da Celentano a Vasco Rossi, e potrebbe anche lui cambiare casacca. Quindi Baudo. Sarebbe lui luomo adatto a dirigere la rifondazione del Festival e mica lha mai nascosto. Dopo il patatrac ricucito due anni fa dal direttore generale Cattaneo (dimissioni da direttore artistico), lui ha iniziato laccerchiamento del Festival. A ogni intervista gli si lucidano gli occhi solo a sentir parlare di Sanremo, di cui naturalmente è uno dei padri fondatori. E molti, specialmente quelli smaliziati, hanno visto un po di compiaciuta strategia baudesca nel can can salottiero sollevato dallesclusa Annalisa Minetti, che è protetta e gestita da Dino Vitola, amico di lunga data. E, a quanto si dice, i vertici Rai avrebbero già tastato con successo il terreno alla fine dellanno scorso, quando il cast di questo Festival era ancora di là da venire.
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