Sul libretto le indicazioni della categoria del veicolo

L’unico sistema per sapere se l’auto che si vuole vendere appartiene a una categoria che dà diritto a un contributo alla rottamazione è una verifica della carta di circolazione. La voce da controllare è quella a fianco della sigla V9 sui documenti di ultima generazione, mentre per quelli più vecchi l’indicazione è inserita nel riquadro 2, nella parte bassa. È importante sottolineare che non si trova una dicitura Euro 0, Euro 1 o Euro 2, ma una serie di numeri, che possono essere accompagnati dall’indicazione Ce o Cee, che testimonia l’omologazione europea. L’unica certezza si ha in assenza di una dicitura, di norma per le auto immatricolate prima del 1992.
In questo caso si tratta indiscutibilmente di un motore di vecchia generazione, Euro 0, quindi si ha diritto a usufruire del massimo sconto. Per gli anni seguenti le cose si complicano un po’, dato che sono tre le sigle che possono identificare un’auto Euro 1, e addirittura 23 (peraltro piuttosto articolate) quelle che permettono di riconoscere una Euro 2. A differenziare i motori più vecchi, a cominciare da quelli a benzina alimentati a carburatore, è stata l’adozione di iniezione e marmitta catalitica sulle prime Euro 1, e successivamente una prima riduzione delle emissioni inquinanti per i motori diesel con la Euro 2.
Le indicazioni ufficiali riportano il 1993 come data di entrata in vigore delle prime restrizioni e il 1996 come partenza per le Euro 2, tuttavia la data di immatricolazione del veicolo non è una discriminante certa per conoscere il tipo di omologazione.
Alcuni costruttori, in particolare quelli tedeschi, hanno infatti iniziato a richiedere le nuove omologazioni in anticipo sulle date di entrata in vigore delle normative.

Ciò significa che il 31 dicembre 1999 sulla carta di circolazione non rappresenta di per sé una discriminante, poiché è possibile che già in quell’anno alcuni veicoli siano stati iscritti come Euro 3, anche se i nuovi limiti sono diventati obbligatori solo nel 2000. Ma la differenza è importante, perché una Euro 3 del 1999 non dà diritto a usufruire del contributo per la rottamazione. Resta solo la possibilità di accedere agli incentivi per l’acquisto di modelli poco inquinanti.

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