Sul re del rock anche un libro esoterico

«L’ultimo cavaliere» studia il legame tra i suoi testi e la spiritualità. Per i fan c’è «Scrapbook»

Antonio Lodetti

Parafrasando una famosa canzone di Paul Simon, Bob Dylan fu uno di quelli «in viaggio alla ricerca dell’America». Poi lui stesso divenne l’America, il suo costume. Così, da sognatore ispirato dal blues di John Lee Hooker e dalle concioni di Sis Cunningham e Gordon Frieser, Dylan è diventato inesauribile oggetto di saggi, ricerche, un’inesauribile fonte di studio e commercio. Solo quest’anno c’è da sbizzarrirsi. Ottimo il documentario autobiografico di Martin Scorsese No Direction Home, bello sia dal punto di vista cinematografico che da quello critico, in cui racconta un volto prosaico di Dylan che non è piaciuto ad alcuni fan troppo idealisti. Altrettanto interessante il doppio cd (omonimo titolo) che lo accompagna con un inedito blues (la prima vera incisione effettuata da Bob all’università su un registratore) e versioni inedite di classici.
Negli anni Sessanta un fan assatanato si appostava sotto casa di Bob per rubare sistematicamente la sua spazzatura, di cui faceva collezione. Oggi correrebbe in libreria a comprare The Bob Dylan Scrapbook: 1956-1966. «Scrapbook», Ovvero il libro dei ritagli, affianca ad una avvincente lettura una valanga di «reperti archeologici» imperdibili per il dylanologo doc. Ci sono poster e locandine dei suoi primi concerti al Greenwich Village, curiosi articoli, adesivi pubblicitari, biglietti manoscritti (fedelmente riprodotti come gli originali) che raccontano la prima parte della carriera del cantautore.
Con Bob Dylan l’ultimo cavaliere lo studioso di esoterismo Nicola Menicacci affronta Dylan da un lato inedito. L’autore, studiando filologicamente i testi (del periodo 1974 - ’89) ne racconta la visionaria spiritualità. Decrittando il codice simbolico di Dylan rivela in brani come Tangle Up In Blue la storia della Maddalena, in Street Legal quella di Salomè e cerca di dimostrare che il cantautore conosceva i segreti delle opere di Leonardo che portarono fortuna al Codice da Vinci di Dan Brown.

«Quando avrò 90 anni e mi vorrai vedere, mi troverai da qualche parte su un palco», confidava Dylan che tutto l’anno in tour (il «tour senza fine») e Never Ending Tour: Anni di luce e ombra di Paul Williams descrive quest’esperienza di strada con foto, riflessioni, interviste ad amici compianti come Jerry Garcia e Laura Nyro.

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