Gianni Pennacchi
nostro inviato Abbazia
di Farfa (Rieti)
«Bi-sogni», è il titolo di questa tre giorni nel monastero benedettino ove questanno sono convenute tutte le anime di An. Nellimmaginifico linguaggio del viceministro Adolfo Urso, che col suo «Osservatorio parlamentare» organizza lormai tradizionale seminario, «bi-sogni» è la sintesi di un programma politico, «partire dai bisogni senza dimenticare i sogni». Però, cogliendo scambi e confidenze che gli autorevoli convenuti intrecciano sotto la volta gotica dellex refettorio, tra un intervento e laltro alla tribuna, quel «bi-sogni» andrebbe letto come sogni al quadrato, doppio sogno. Qui infatti, in straordinaria unità di intenti fra Destra sociale, Nuova alleanza e Destra protagonista, sono tutti convinti che la nuova legge elettorale renderà inutili le primarie, e che limprovvido Marco Follini ha finito col segar le gambe a Pier Ferdinando Casini, dunque sarà il tandem Berlusconi-Fini a presentarsi alle elezioni e vincerle, talché il futuro vedrà Silvio Berlusconi al Quirinale, Gianfranco Fini a Palazzo Chigi, e lo sfortunato Casini segretario del partito unico di centrodestra.
Più che doppio sogno di mezzo autunno, sembra un triplo salto mortale. Ma non sono forse le ultime e burrascose vicende in Casa delle libertà, e i contorcimenti masochisti nellUnione, a rendere spendibili i sogni della destra? Se non ci si mette di traverso la malasorte, pur adeguatamente esorcizzata, potrebbero anche realizzarsi. Quel che è certo intanto, a prescindere da ogni valutazione oggettiva di fondatezza, è che quelli di An stanno vivendo un momento magico, di grande euforia. E che il lanciar Fini nei cieli più alti delle speranze politiche non solo li nobilita anchessi ma li pacifica e li riporta a unità, dopo mesi e mesi di faide e coltellate fratricide.
Qual fondamento ha limprovviso miracolo del comune sentire? Urso spiega che «non è soltanto la figura di Fini, è che si esalta anche la centralità del partito. Berlusconi con Fini, significa anche il centro con la destra: e questa è una cosa che gli altri non si possono permettere». Gli «altri» sono ovviamente il centrosinistra, mica gli alleati esclusi dal ticket. Però Urso in qualche modo ha ragione, perché «a questa coppia di fatto, gli altri dovrebbero rispondere con Prodi-Bertinotti: e se è naturale poter dire che Fini succederà a Berlusconi, ce lo vedete Bertinotti successore di Prodi?». Che Fini sia ormai il numero due della Cdl, qui è dato come fuori discussione. «Oggi Fini non è una risorsa, è la risorsa», assicura Andrea Ronchi scandendo quel «la», «Berlusconi è il leader, ma Fini è altrettanto un leader». Per Ronchi, che oltretutto è portavoce del partito, ancor prima del lavoro di mediazione svolto in queste settimane a lanciare Fini è stata la sua esperienza alla Farnesina. «Bisogna dargli atto di essersi speso al massimo, rivelandosi come il mastice della coalizione - dice - ma ricordi che si diceva nel 2001? "Fini non è spendibile nemmeno a Bolzano", dicevano. Ora, da Putin a Condoleezza Rice, ha un credito immenso».
In tutto questo, non deve meravigliare più di tanto che considerino la competizione con gli amici postdemocristiani già chiusa e vinta, lo stesso Casini ormai relegato a fanalino di coda. «In unalleanza bisogna comprendere le esigenze degli altri, e sul proporzionale Fini sè fatto carico, portando tutta An a cercare laccordo», rivendica Ronchi implicitamente sottolineando che Casini invece era rimasto solo, lUdc affidata a Follini remava contro. Urso è ancora più esplicito: «Fini sè conquistato la centralità, svolgendo il ruolo di ricucitore: anche visivamente, a Reggio Calabria cerano loro due, Berlusconi e Fini. Sì, anche Follini aveva lavorato per la centralità del suo partito, e soprattutto per Casini: ma lavorando non da moderato, ha finito col bruciare proprio Casini».
Dunque vai col ticket, «non chiamiamolo ticket perché porta male», scongiura Ronchi, «sa tanto di servizio sanitario nazionale», allora chiamiamolo tandem. Ma senza più primarie? «È ovvio che se passa la riforma proporzionale, le primarie le fanno gli elettori al momento del voto vero», liquida Ronchi. E se martedì i franchi tiratori affossano la legge elettorale? «Vorrebbe dire che i deputati della Cdl, presi da masochismo acuto, hanno scelto leutanasia», è la risposta del portavoce. Urso invece, forse per non umiliare troppo gli alleati postdemocristiani, lascia una porta aperta alle primarie, «si potrebbero fare presentando già lì il ticket Berlusconi-Fini» dice. Sì, e Casini partecipa allegramente come ruota di scorta? «Si potrebbe fare un triciclo», sospira limmaginifico Urso, «no, il triciclo porta male... ma come si chiama quello strumento orientale dove si va in tre? Così le primarie potrebbero diventare anche lapertura della fase costituente per il partito unico».
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