Sul web la rabbia degli elettori: vogliamo votare

Il blog della Polverini sommerso dai messaggi: "È un complotto", "No, la colpa è degli incompetenti"

Sul web la rabbia degli elettori: vogliamo votare

Roma - «Mandate l’esercito! Voglio votare!». F. lo scrive venticinque volte: «Voglio votare voglio votare voglio votare». Se il blog di Renata Polverini fosse una piazza, si sentirebbero grida furibonde e salirebbero al cielo fumogeni colorati. Il web ribolle, i messaggi esplodono in rete in un misto di delusione, rabbia, incredulità. La punteggiatura segue l’impeto di questa foga. Ogni asterisco è un urlo. Lo stampatello il tamburo di una rivoluzione che oscilla tra l’odio per i radicali, l’insofferenza per gli «incompetenti» del Pdl che sono arrivati in ritardo a portare la lista e il sospetto atroce: a questo punto «è un complotto!».

L’allarme suona in questa piazza muta eppure rumorosa che si apre sullo schermo quando ci si addentra nei dibattiti che agitano la base di centrodestra. A metà pomeriggio la notizia che anche il listino della Polverini non è ammesso alla corsa per le regionali è ufficiale. E a questo punto «gatta ci cova!», insinua Elena. Anzi, scrive Maria Grazia, «Renata organizziamo una grande manifestazione di protesta. Dobbiamo solo darci una smossa e scendere in piazza. Diteci solo quando e dove. Io sono incazzata nera».
Il Pdl è un partito giovane, magari acerbo, ma gli elettori sono vivi, arrabbiati, tanti. Il forum della candidata del Pdl è la prima piazza virtuale. È qui la protesta: «Ce sta qualche impiccio sotto - valuta Fulvio -. Non molliamo nella lotta alla democrazia!». Giovanni lo asseconda: «Stimavo i radicali. Adesso mi rendo conto che sono dei piccoli opportunisti bugiardi».

Ieri è comparsa una ricostruzione a firma della «redazione» del sito in cui si spiega che nella famigerata giornata di sabato 28, al Tribunale di Roma, «i rappresentanti del Pdl, fino a quel momento regolarmente in fila come altri, si sono visti tagliare fuori dall’accesso alla sala».

Qualche elettore ci crede, qualcun altro no. Comunque sia, ora c’è da difendere «la libertà e la democrazia». E soprattutto c’è qualcosa di più forte delle regole, a parere di F.: «Anche Hitler aveva scritto Leggi e Regole, quindi la sua era una democrazia?». È guerra, sì, ma, come diceva «Napoleone dopo la battaglia di Waterloo», cita Mina: «Mai attribuire a congiure ció che si spiega con la semplice incompetenza».

Gli errori sono errori, la Bonino è meglio che vada «ai giardinetti a portare a spasso il cagnolino di Pannella», propone Andrea, ma «dimostriamo di essere diversi - riflette Marco - riuscendo ad assumerci le nostre responsabilità. È alla luce del sole che tutto dipende da pochi ma purtroppo decisivi incompetenti».

Ed è quindi non una base solo complottista, ma anche critica, stupefatta, che si sente un po’ tradita dal proprio partito. Divisa in due fronti, i dietrologi e i polemici, ma a un unico grido: «Vogliamo votare!». Ci sono anche i nemici. E non arrivano sempre per insultare: «Sono un elettore del Pd, però voglio spendere una parola in vostro favore - interviene Marco -.

È giusto che in un Paese democratico tutti abbiamo la libertà di scegliere chi votare! E mi sembra giusto riammettere il Pdl!». Anche Mario confida, ironico ma comprensivo: «Spero vi riammettano, non c’è nessun gusto a “vincere facile”».

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