Sulla corruzione diktat Idv a Monti E scoppia la rissa tra Pdl e Fli

SuperMario chiama, Tonino risponde. E la lotta alla corruzione finisce dritta nel pantano politico, col Prof sbranato dall’ex pm che detta le condizioni: se mi vuoi, si fa come dico io.
Monti, l’aveva buttata lì durante la lezione sul «Cresci Italia», fra un benchmark e un avvoltoio schivato: «C’è una forza politica che vorrebbe avere motivi per sostenerci». Poi, con excusatio non petita: «Non per inseguire il loro appoggio, ma stiamo lavorando per la lotta alla corruzione». A caldo Di Pietro aveva risposto picche: «Dice che vuol combattere la corruzione ma non spiega come: è come Berlusconi, continua con le televendite». Ieri il leader Idv ha corretto il tiro dopo aver letto sul Corriere l’intervista al Guardasigilli Paola Severino che, proprio sulla corruzione, metteva se non la sostanza almeno la faccia. «Chi vuole che l’Italia cresca deve per prima cosa eliminare il macigno della corruzione - ha commentato Di Pietro sul suo blog - Il ministro dice di averlo capito. Noi, che ci sgoliamo da anni, non possiamo che esserne contenti». Però sia chiaro: «Non servono il semolino e l’aspirina, ci vuole un terapia d’urto». Il governo non pensi di fare da sé: «Se dimostrerà di voler risolvere davvero la tragedia della corruzione, noi faremo la nostra parte offrendo suggerimenti ed, eventualmente, i nostri voti. Ma se saranno solo pannicelli caldi, no grazie. Non è per noi».
Anche perché in Parlamento un ddl sul tema c’è già, guarda caso lo firma il responsabile Giustizia di Idv, Luigi Li Gotti. Che infatti ieri su Facebook applaudiva, rimarcando che il provvedimento, dopo il via del Senato, s’è impantanato alla Camera, «ogni volta con una scusa diversa». Su questo, ieri è finita in rissa. Italo Bocchino del Fli non ha perso occasione per gettare ombre su Renato Schifani, presidente Pdl dell’assemblea di Palazzo Madama: «Da più di un anno chiediamo che il Senato tiri fuori dal cassetto il ddl anti-corruzione». Subito rimbeccato da un risentito Lucio Malan, senatore Pdl e per di più segretario della presidenza: «Bocchino non sa di cosa parla. Si informi prima di lanciarsi in accuse prive di fondamento. Il ddl è già stato approvato al Senato e giace in qualche cassetto della Camera». Tiè: lì è il Fli di Gianfranco Fini a guidare i lavori. Quindi: «Tiri fuori Bocchino il ddl, visto che è uno dei vicepresidenti Fli a Montecitorio e il provvedimento è stato assegnato anche alla commissione Affari costituzionali di cui lui faceva parte, prima di andarsene proprio nel giorno in cui iniziava l’esame».

Insomma: welcome in Parlamento, Mr Monti.
Che poi, domandava ieri su Twitter Pier Luigi Battista, vicedirettore del Corriere: la Severino dice che «si procede spediti verso una legge anti-corruzione. Ma perché, la corruzione non era già fuorilegge?».

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