Certo, Radiodue ha festeggiato. Il direttore Flavio Mucciante e la sua portavoce Clarissa Domenicucci, praticamente Bonnie e Clyde della radiofonia, si sono goduti il successo su Twitter degli indirizzi legati al concertone del Primo Maggio a piazza San Giovanni, con un boom di connessioni. Vi risparmio i particolari su «hashtag», cancelletti, tweet, follwer, crossmedialità e indirizzi vari: sulle nuove tecnologie e i social network, Radiodue detta la tendenza. E da questo punto di vista, tanto di cappello allintuizione di averne fatto la rete più multimediale delletere. Il problema, però, è che, oltre che per vivere sui computer, la radio è fatta per essere ascoltata. E qui cè qualche problema in più. Perchè Radiodue martedì scorso è stata vampirizzata dal concertone, e nemmeno il fatto di «giocare in casa» - con due voci della rete come Francesco Pannofino (che fu straordinario nella radiofiction di Diego Cugia Il mercante di fiori, forse la più bella di sempre) e Virginia Raffaele alla conduzione sul palco di piazza San Giovanni - ha evitato un pomeriggio e una serata di radio non straordinaria. Come a volte succede in Rai quando si cerca musica troppo alternativa, per esempio nelle notti di Isoradio.
Radiodue in sè, non è la massima colpevole. Anzi, gli interventi di alcuni dei conduttori dallo studio, Luca Barbarossa su tutti, hanno migliorato il prodotto. Il problema è che nella diretta lunga otto ore del concerto del primo maggio si è sentita troppa, cattiva musica. Troppa roba solo per iniziati.
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