Sulle ferrovie minori per una vacanza superiore

Diciamoci la verità. Nell’ottica del sudato, diuturno lavoro, del traffico su strade e tangenziali, del pendolarismo e del tran tran quotidiano, il treno viene vissuto dalla maggior parte di noi come una necessità. Un mezzo di locomozione più obbligato che comodo. Più subìto che condiviso. O amato. Si, è vero, il treno è ecologico e tutto sommato economico. Ma è l’idea che, alla fine, non piace tanto. Bene, per una volta, cambiamo ottica e prospettiva. E apriamoci a orizzonti diversi. Orizzonti e prospettive a due passi da noi, fin dentro la grande città, che nascondono sorprese inaspettate. Perché il treno non è solo fatica, necessità, obbligo quotidiano. Basta una giornata di libertà, oppure un weekend per scoprire un mondo nuovo, affascinante e, quel che più conta, costruito su misura. Il tutto, a portata di mano. E di stazione.
Sono davvero molti gli itinerari offerti sia dalle linee di grande comunicazione sia dalle cosiddette «ferrovie minori», che ci consentono rapide e sicure fughe verso la natura, l’arte, le tradizioni, i gusti e la storia della nostra regione, al riparo dallo stress del traffico automobilistico e delle code in autostrada. E cominciamolo proprio dal capoluogo, questo nostro viaggio. In un’ora circa, partendo dalla centralissima stazione di piazzale Cadorna, le Ferrovie Nord (800.500005 www.trenord.it) ci porteranno a Como, dove potremo scegliere tra una passeggiata nel centro storico o sul lungolago e la salita con la funicolare allo spettacolare balcone sul Lario di Brunate (info 031.30360), per poi allungare, sempre a piedi, fino al Faro Voltiano, realizzato nel 1927 in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta, comasco doc (ma i più pigri non temano: c’è anche un comodissimo servizio di linea in minibus). Se invece optiamo per la vicina Svizzera, Trenitalia (www.ferroviedellostato.it) ci porta dalla Centrale al valico di Chiasso, da cui si può proseguire fino alla bella Lugano, sul Ceresio, dove ci aspetta l’imperdibile passeggiata tra i luccicanti negozi, gli invitanti caffè e le mille sorprese della via Nassa.
Ancora con le Nord, ma questa volta sul trenino per Canzo, il comune più settentrionale della Brianza, da cui si possono facilmente raggiungere incantevoli località delle Prealpi comasche e lecchesi. Lasciamo il Lario per il Verbano. Qui le opzioni sono davvero molte e diversificate. Servendoci delle Fs, possiamo divertirci a salire e scendere da un treno all’altro, per gustarci alcune tra le perle della sponda piemontese del lago: Arona, la sofisticata Stresa con le isole Borromee o la rutilante ed effervescente Verbania, tra il sontuoso giardino botanico di Pallanza e il rinnovato e ristrutturato a dovere centro storico di Intra.
Oppure - perché no - decidiamo, sempre con le Fs, di proseguire per Domodossola, capolinea della Ferrovia Vigezzina, e cominciare un’avventura mozzafiato tra strette gallerie, spettacolari viadotti e strapiombi mozzafiato, sul trenino che dalla Val d’Ossola, attraverso la Valle dei Pittori e Santa Maria Maggiore, ci porterà fino a Locarno, sulla sponda elvetica del lago Maggiore, cittadina di gran fascino e dall’atmosfera internazionale. Di qui, per tornare a Milano si potrà prendere il battello, godersi lo spettacolo del lago fino ad Arona, o attraversare il Verbano, sbarcare a Laveno e riprendere il treno fino a casa.
Se abbiamo a disposizione un po’ più di tempo, allora non lasciamoci sfuggire l’occasione di tradurre in realtà una vera e propria fiaba. Quella raccontata tra le cime del Bernina dal Bernina Express. Il trenino rosso delle ferrovie svizzere (info 0342.701353, www.rhb.ch) garantisce un’esperienza semplicemente unica: partendo da Tirano, raggiungibile con i convogli delle Fs, sale su su fino a quota 2300 metri per poi raggiungere St. Moritz nei Grigioni, lungo un percorso con 55 gallerie, alcune delle quali elicoidali, e 196 viadotti. Ma se, arrivati a Colico, non si prende per Tirano e si prosegue per Chiavenna, conviene prendersela comoda e dedicarsi alle specialità gastronomiche locali (pizzoccheri in testa, innaffiati da un buon bicchiere di Sassella o di Inferno, il Nebbiolo della Valtellina) nei numerosi crotti della zona. Ma, si sa, la terra di Lombardia offre (quasi) tutto. È vero, manca il mare. Ma c’è il Garda...

E allora, via di corsa senza soste intermedie per una giornata sulle spiagge del basso lago, tra incantevoli borghi( Desenzano, Sirmione e, appena oltre il Mincio, Peschiera) e vestigia di storia patria di sapore risorgimentale (Solferino e San Martino).

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