Roma Il tema delle pensioni «è delicato e va trattato con attenzione». Ma «la logica di legare letà pensionabile allandamento demografico è la strada giusta». Il nodo previdenza non è stato ufficialmente trattato allincontro di ieri tra governo e parti sociali, interamente dedicato allillustrazione del Dpef. Ma una possibile riforma delle pensioni aleggiava a Palazzo Chigi. E non solo quella della pubblica amministrazione visto che lauspicio della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, vale anche per il privato. Linnalzamento graduale delletà pensionabile delle dipendenti pubbliche è dato per scontato e il confronto sul come utilizzare i risparmi è stato rinviato (il governo è comunque orientato a utilizzarli per scopi sociali e in particolare a beneficio delle donne). I sindacati, in testa il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, hanno auspicato che la misura resti limitata alla pubblica amministrazione. Il leader della Cgil Guglielmo Epifani si è infuriato perché il tema non è stato affrontato al tavolo di Palazzo Chigi. Poi però ha spiegato che il suo sindacato è disponibile a discutere di flessibilità in uscita. Stessa linea del Partito democratico, in particolare del segretario Dario Franceschini che ha fatto una proposta che mira proprio a salvaguardare la scelta volontaria dei lavoratori.
Il ministro Giulio Tremonti, escludendo le pensioni dai temi del tavolo e spiegando che saranno «confermate le prestazioni» sociali ha di fatto ribadito la linea decisa dal governo prima delle elezioni: fino a quando dura la crisi niente riforme.
Rimane in campo quindi solo quella che, a partire dal 2010, farà aumentare il requisito età per le dipendenti pubbliche fino a portarlo, nel 2018 a 65 anni e cioè allo stesso livello degli uomini, inserita in un emendamento di Giuliano Cazzola, esperto di previdenza e deputato Pdl, alla manovra che è ancora allesame della Camera. Entro oggi pomeriggio sono attesi gli emendamenti del governo. In stand by, per il momento, il nuovo piano sanità.
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