Ennesima giornata no per lo sci azzurro. Il tanto atteso gigante dell'Alta Badia che un anno fa aveva celebrato la doppietta Blardone-Simoncelli si è chiuso con il 10° posto di quest'ultimo e la non qualifica per la seconda manche di Max, fatto che nella lunga carriera dell'ossolano, al via ieri nel suo ottantesimo gigante di coppa del mondo e sul podio una settimana fa in Val d'Isère, era accaduto solo due volte, l'ultima il 20 dicembre 2001. Sulla "sua" Gran Risa Max ha vissuto un minuto e 21 di calvario: sul ghiaccio verde che di solito lo esalta non stava letteralmente in piedi. 35° tempo e a casa, anzi al parterre a spiegare con inusuale calma che «la colpa non è stata del materiale e che una batosta del genere mi darà la carica per la prossima gara».
Ora, siccome noi non abbiamo contratti da rispettare e ci piace dire le cose come stanno, anziché sparare a zero (sarebbe troppo facile!) su Max e gli altri, cerchiamo di capire. E per farlo lasciamo la parola a Claudio Ravetto, dt azzurro davvero scoraggiato: «Disastro, su tutti i fronti, dovevano essere le nostre gare e ci troviamo invece a consolarci con un settimo (Heel venerdì in superG) e un decimo posto (Simoncelli ieri in gigante). Potrei trovare mille giustificazioni relative a materiali (fondamentali sia in val Gardena che in Alta Badia e i nostri di certo non hanno avuto vantaggi in questo senso, ndr), a situazioni strane, a sfortune varie, ma si tratterebbe sempre di giustificazioni, inutili dunque nello sport dove contano solo i risultati. Scrivete pure quel che volete, che i ragazzi fanno schifo e non sanno più sciare, io però so che non è così, so che sta andando tutto storto e non riusciamo a raccogliere quello che valiamo. Da un lato sarebbe meglio vedere che i nostri non vanno, mai, né in una manche né in una prova di discesa, macché, i segnali per fare bene ci sono tutti, in gara però non va. Cosa devo dire? Che domineremo i Mondiali di febbraio!».
Il problema grave è che ora in squadra manca la fiducia, per fortuna ieri una bella scossa è arrivata dal ventenne Giovanni Borsotti, 22° e per la prima volta a punti in coppa nonostante una caduta nella prima manche.
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