Sundas l’agente che ha creato il miraggio tivù

Sundas l’agente che ha creato il miraggio  tivù

Milano - «L’opinione pubblica lo vuole». È il manifesto di Alessio Sundas, la ramazza ideologica con cui lo scoppiettante agente di modelle ripulisce l’iniziativa a cui si sta dedicando anima e corpo da qualche tempo: cavalcare l’onda della fama (negativa) di Marco Ahmetovic per trasformarlo in una star. O almeno racimolare briciole di notorietà per sé.
Gli avanzi del sottobosco televisivo del resto danno da mangiare a molti. E Sundas è un professionista nell’accamparsi sull’uscio della sfavillante mensa mediatica. Dal sito della sua agenzia di «Company e communication model agency» invita perentorio tutti coloro che pensano di «avere le carte in regola per inserirsi nel mondo della moda, della televisione o del cinema»: «Cosa aspetti? Inviaci i tuoi dati e una foto, potrebbe essere il tuo momento!». E chi le carte estetiche non le avesse in regola non disperi, resta sempre la possibilità di aprire un franchising della «Sundas model agency» sfruttando il prestigioso marchio. Cercando magari di non incappare negli stessi guai piovuti sull’agente fiorentino, che alla fine in tv ci è andato, ma su Mi manda Raitre. In una puntata in cui un gruppo di inferociti genitori chiedeva conto dei soldi pagati per fare book fotografici dei figli e avviarli a una carriera nello spettacolo.
Sul sito, oltre alle foto delle umbrella girls, «le ragazze del Motomondiale che riparano con l’ombrello i motociclisti, le ho inventate io» e di personaggi tv come Alessandro Greco e Aida Yespica, ci sono anche le istruzioni per farsi lanciare nel mondo dello spettacolo, pagando al primo incontro 280 euro più Iva, «piccola cifra per dare informazioni più chiare e per evitare inutili illusioni».
A gennaio la denuncia dei genitori traslocherà dal palcoscenico tv a quello di un tribunale, a causa di un rinvio a giudizio per truffa aggravata. Andasse a finire male, l’eclettico agente non ha trascurato di coltivare altri fronti. Lo sbocco in politica resta un’alternativa possibile: a Firenze ha lanciato una lista civica col suo nome, ispirata «ai valori cattolici, liberali e socialisti», tanto per non scontentare nessuno nell’arco parlamentare. E naturalmente puntando forte sul problema «dell’inserimento dei giovani nel contesto lavorativo».
E mentre il suo «movimento politico» propone a Mastella, «una brava persona, amico di miei conoscenti», di fare una legge che vieti a chi si è macchiato di un reato di fare carriera in tv «perché io voglio cambiare questo sistema italiano sbagliato, questo paese dei balocchi», lui coerentemente lancia Ahmetovic. Perché «non sono stato io a farne una star, ma i media» e del resto, insiste, «da esperto di comunicazione dico solo che una persona che è stata protagonista di un reato può diventare una star, come dimostrano i casi di Erba, Cogne e Perugia».
Ed ecco spuntare la linea Romjeans, griffata Ahmetovic: «Occhiali, profumi, orologi e pantaloni, oltre al libro “Anch’io sono un essere umano”- dice Sundas - perché io ho un contratto di esclusiva da 40mila euro con Ahmetovic». In programma poi, un video che sarà girato a dicembre, pagando mille euro alle comparse e poi proiettato nelle discoteche per 3.000 euro. Lo spettacolo deve continuare.

E il dolore dei genitori delle vittime? «Io non c’entro niente con questo, non so più come ripeterlo». Un dettaglio che non riguarda Sundas, lui che pure si definisce «attento ai dettagli, perché sono le sfumature a dare vita ai colori». Che in questa storia tendono al nero, come una coscienza a prova di vergogna.

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