Roma

Super-holding Campidoglio: rivoluzione per le partecipate

Gruppo Comune di Roma, procede il piano di riorganizzazione verso la «super-holding» delle municipalizzate del Campidoglio. La giunta capitolina ha infatti avviato l’iter per l’approvazione della prima delibera di attuazione del Piano di valorizzazione e riorganizzazione varato il 18 dicembre 2009. Lo schema di delibera presentato dall’assessore al Bilancio Maurizio Leo prevede nuove regole di «corporate governance», in parole povere un nuovo sistema di governo per le cosiddette società «in house», ossia partecipate al 100 per cento dal Campidoglio. Si tratta di venti aziende (tra cui Acea, Ama, Atac, Romametropolitane, Zetema), due istituzioni (Agenzia per le tossicodipendenze, Sistema Biblioteche), tre fondazioni (Bioparco, Mondo digitale, Musica per Roma), una compagnia assicurativa (Assicurazioni di Roma). Un patrimonio globale di circa 4 miliardi di euro, con quasi 28mila dipendenti.
Le principali innovazioni della delibera proposta da Leo riguardano: 1) la definizione dei poteri e modalità con cui il Comune di Roma formulerà annualmente indirizzi e direttive sui piani di gestione delle società; 2) l’introduzione nelle società della figura del «dirigente preposto» alla redazione dei documenti contabili societari; 3) un sistema di reporting, cioè di informazioni, che la società deve trasmettere al Comune sull’andamento della gestione economica e finanziaria, la prevedibile evoluzione gestionale della società e le operazioni di maggiore rilievo effettuate, la situazione degli organici e delle assunzioni di personale; 4) la procedura di individuazione del soggetto incaricato della revisione dei conti.
La delibera proposta dall’assessore Leo contiene anche misure volte al contenimento dei costi a carico delle società. In particolare: la previsione di un amministratore unico in luogo del Consiglio di amministrazione o un consiglio con al massimo tre componenti; l’eliminazione delle cariche di vicepresidente; il divieto di costituzione di comitati particolari all’interno del consiglio d’amministrazione. In una fase successiva il Piano di valorizzazione e riorganizzazione proseguirà con la revisione dei contratti di servizio e di appalto nei rapporti tra le società e il Comune; il riassetto generale del pacchetto di partecipazioni detenute dall’amministrazione; la costituzione, infine, di una società capogruppo cui saranno conferite le varie partecipazioni azionarie del Gruppo Comune di Roma. Insomma, una vera e propria «super-holding».
Il nuovo sistema di governo delle società comunali voluto da Leo punterà su una serie di strumenti giuridici volti a consentire il cosiddetto «controllo analogo» delle società da parte del Comune di Roma. Con questo termine si intende un livello di controllo simile a quello esercitato normalmente dall’amministrazione nei confronti delle proprie strutture e dei propri uffici. Il Piano Leo è stato elaborato con il contributo fornito dalla Commissione di tecnici istituita nel luglio scorso, composta da Massimo Tezzon, Stefano Granati, Paolo Bertoli e Giorgio Benvenuto. Il Piano tiene conto, altresì, delle novità legislative, sulle società partecipate dagli enti locali, contenute nel decreto Ronchi.
Fra gli obiettivi del Piano Leo figurano anche la revisione dei contratti di servizio che regolano i rapporti tra le società e il Comune.

In particolare, saranno rivisti i criteri di determinazione dei costi, per passare dal sistema «storico» (quello che si basa sui costi sostenuti in passato) al metodo dei costi standard, ovvero quelli mediamente praticati sul mercato dalle imprese, al fine di ridurre sprechi e diseconomie.

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