Il superbollo di Andreotti per frenare i motori diesel

Nel ’76 il governo con a capo Giulio Andreotti introdusse il superbollo, addizionale che andava a colpire le vetture alimentate a gasolio e a gas. L’incidenza di questa gabella fu tale che, insieme all’incremento del prezzo del diesel alla pompa, causò la graduale caduta del mercato di quel tipo di motorizzazioni (da notare che negli stessi anni vigeva l’Iva maggiorata per tutti i veicoli oltre i 2.000 cc). A quel tempo il mercato delle auto a gasolio era appannaggio di pochi costruttori, tutti esteri. A primeggiare: Peugeot, Mercedes e successivamente Opel. Le vendite ressero per un po’ di tempo, ma i successivi rincari sia del superbollo sia del carburante (da 930 a 1.125 lire nel 1990) fecere precipitare la domanda.

Nel ’92 l’esenzione triennale del superbollo ridiede un po’ di ossigeno al settore. Ma altre penalizzazioni, come quella per le cilindrate oltre i 2 litri (benzina) e i 2.5 litri (diesel) condizionarono il mercato: colpiti, in particolare, erano i modelli di produzione tedesca (Audi, Bmw e Mercedes).

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