Un superesperto certificherà il debito

Antonella Aldrighetti

Debiti per 10 miliardi di euro o meno della metà? La giunta Marrazzo è all’impasse. Ed ecco che viene fuori un’idea: «A.A.A. cercasi super-esperto per la certificazione dei debiti regionali». È la parafrasi senza fronzoli dell’ultimo annuncio del governatore Piero Marrazzo che ieri, dopo aver partecipato al consesso interministeriale per presentare ai dicasteri di Economia e Salute i conti in rosso della sanità laziale, ha puntato tutto su quel «bollino blu» che sancirà definitivamente l’ammontare delle passività. La crisi finanziaria della sanità avrebbe bisogno di «un esperto con poteri straordinari per analizzare i bilanci delle Asl e certificarli», è stata la caustica conclusione dell’ex teledifensore civico di Rai3. E da quanto trapelato starebbe a Marrazzo designarlo. Già perché, a scanso di formalità, il consiglio regionale e pure la commissione Sanità sarebbero tagliati fuori dalla scelta.
A questo punto però è necessario fare un passo indietro per riuscire ad analizzare le alchimie finanziarie della giunta ulivista e chiedersi cosa ci sia dietro alla ricerca della «certificazione a tutti i costi» quando, ormai, è passato qualche giorno dall’annuncio corale sui 10 miliardi di euro globali di passivi sanitari. Insomma: perché mai Marrazzo non ha reputato lecito affidarsi da subito a un super-esperto, così come hanno fatto i suoi predecessori e pure i predecessori dei predecessori (la giunta Badaloni), e invece ha atteso di incontrare Tommaso Padoa-Schioppa per legittimare la decisione? «Su questa farsa a cui si sta prestando anche il governo nazionale forse in mezzo a tante bugie sta emergendo un barlume di verità su quanto è accaduto tra 1995 e il 2000 nel Lazio e nel rapporto tra Lazio e governo - chiosa il senatore Andrea Augello (An) e già assessore al Bilancio nei cinque anni di giunta Storace -. Per il momento, mi limito a ricordare che effettivamente nel 2003 la giunta Storace certificò di aver apprestato le coperture dei disavanzi emersi fino a quel punto. Tuttavia, non bisogna dimenticare che fino al 31 dicembre del 1999 la certificazione del disavanzo portava la firma del presidente della Giunta di centrosinistra Piero Badaloni e dell’allora ministro del Tesoro. Pertanto la nostra giunta non poteva che coprire quel disavanzo. Tanto più, che fino al 2000, nelle Asl purtroppo non si facevano i bilanci patrimoniali e, comunque, non esistevano i bilanci approvati nella maggioranza delle Asl dal 1997».
Chissà se nei prossimi giorni si riuscirà a fare luce su come la giunta ulivista intenda operare per il ripiano dei conti, per la certificazione dei debiti e i poteri speciali del super-tecnico. Intanto l’opposizione della Pisana, unita nelle perplessità sull’ammontare debitorio, chiede che «venga fatta chiarezza sui conti in modo trasparente perché - chiosa Rodolfo Gigli, capogruppo Udc - si ponga fine al balletto di cifre e numeri che in questi mesi ci ha accompagnato». E da Forza Italia Stefano De Lillo, in qualità di vicepresidente della commissione, aggiunge che «c’è bisogno di inserire nei bilanci delle Asl le singole voci al posto giusto, perché siamo sotto l’occhio attento dei cittadini ma anche degli osservatori internazionali, a cominciare dalle agenzie di rating.

E c’è bisogno anche di confrontarsi con l’opposizione piuttosto che tentare di usarla come capro espiatorio». Per Tommaso Luzzi (An) «l’analisi dei bilanci e quindi del debito complessivo va fatta nei luoghi istituzionali: in commissione Sanità».

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