Superindice debole: dollaro in retromarcia

Snow insiste: «Lo yuan deve rafforzarsi»

da Milano

L’euro recupera terreno e si riporta sopra 1,28 dollari (a 1,2838). Il biglietto verde ha limato ieri i guadagni all’indomani del rally innescato dal riaccendersi dell’inflazione, che aveva riportato in campo l’ipotesi di un’ulteriore stretta monetaria da parte della Federal Reserve. Un’eventualità che ieri è parsa più lontana alla luce dell’inaspettato calo del Superindice economico (meno 0,1% in aprile) e dei rischi legati al raffreddamento del mercato immobiliare su cui hanno focalizzato l’attenzione lo stesso governatore della Fed, Ben Bernanke e il presidente della Fed di Chicago Michael Moscow. La valuta Usa è stata inoltre penalizzata anche dal nuovo appello a favore di un rafforzamento dello yuan e delle valute asiatiche del segretario al Tesoro Usa John Snow. Parlando alla commissione Finanza del Senato, Snow si è detto «estremamente insoddisfatto» del lento processo di riforma del sistema dei tassi di cambio avviato dalla Cina. Un chiaro segnale, per gli operatori, che gli Usa vedono di buon occhio un graduale indebolimento del biglietto verde per favorire l’export e ridurre così il disavanzo dei conti con l’estero.

Quanto al Superindice, che anticipa lo scenario economico nei prossimi tre-sei mesi, l’andamento di aprile segnala un raffreddamento dell’economia (soprattutto del mercato immobiliare) che potrebbe quindi preludere a un’imminente interruzione del ciclo rialzista sui tassi della Fed. A favore dell’euro ha anche giocato l’indice Ifo, l’indicatore che monitora il clima economico nella zona dell’euro, salito ai massimi da cinque anni.

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