Supermodella-radical chic Bianca Balti: "Le escort? Sono meglio le prostitute"

La modella pontifica sul "sistema olgettine": "Oggi tante ragazze si vendono a uomini di potere e fanno finta di essere delle gran dame"

Supermodella-radical chic 
Bianca Balti: "Le escort? 
Sono meglio le prostitute"

"Le escort? Sono meglio le prostitute". Parola di top moral. Bianca Balti non è insolita a queste uscite moralizzatrici. La bellissima modella che dà il volto allo spot della Tim ama parlare di politica e morale. L'inverno scorso aveva già fatto discutere con un'intervista al vetriolo in cui se l'era presa un po' con tutti ma specialmente con uno. Non uno a caso. Indovinate un po' chi? Silvio Berlusconi, proprio lui, il bersaglio preferito da chi vuole farsi pubblicità a basso costo. Parli male del Cav? Spargi lacrime amare per le amare sorti del Belpaese? Avrai amici a volontà pronti a darti il patentino di circolazione intellutale, anche se sei una modella da rivista patinata. "Tutto il mondo ci prende in giro per Berlusconi. All'inizio mi incazzavo e rispondevo a chi ci attaccava: senti chi parla, voi avete Bush. Adesso cerco di ragionare e spiego che l'Italia non è solo e tutta Berlusconi", aveva affidato queste profondissime considerazioni alle colonne di Vanity Fair. A stretto giro di posta rispose con partenopeo furore Alessandra Mussolini: "Si vergogna dell'Italia? E allora che se ne vada...". Ma la nipote del Duce andò oltre: "Spero che la Tim la licenzi e riprenda Belèn".

Sei mesi dopo la Balti torna all'attacco e al centro dei suoi strali ci sono le "olgettine": "Meglio le prostitute delle escort". La supermodella si confessa ad A: "Oggi tante ragazze si vendono a uomini di potere e fanno finta di essere delle gran dame. Fanno male. È contro la mia morale, e non mi vergogno di dire che ne ho una. Sono belle, giovani, avrebbero potuto avere una vita splendida, innamorarsi, costruire qualcosa. E comunque potevano anche lavorare come tutti. Invece chi aspetta i clienti lungo i viali ha la coscienza di sè e di quello che fa. È l’unico punto di partenza per un riscatto". Dopo la tirata moralizzatrice passa direttamente alla proposta politica: "Legalizziamo la prostituzione. Non capisco perchè l’unica attività completamente esentasse debba essere andare a puttane". Poi una critiica alla società: "L’Italia di oggi, che non premia i giovani più impegnati ma quelli più disponibili, sta avvilendo una generazione. Tra i ventenni molti pensano ancora alle paillettes, vogliono cose che poi non serviranno a nulla, puntano agli status. Tanti altri invece sono arrabbiati, spaventati: guardano al futuro e vedono che per loro sarà avanzato poco". E poi il pronostico, il vaticinio, la certezza adamantina: sta arrivando l'Armageddon, non c'è più scampo, Nostradamus le fa un baffo: "Io sono certa stiamo correndo verso l’apocalisse". E quel desiderio confessato a febbraio a Vanity Fair? Lasciarsi alle spalle l'italia berlusconiana e approdare altrove, in poche parole: andarsene? Macché. "Io sono arcipatriottica, voglio vivere in Italia, voglio che mia figlia faccia la scuola pubblica, voglio essere curata dalla mutua. Voglio essere fiera del mio paese e far parte in tutto e per tutto del suo popolo".

La scuola pubblica, la mutua pubblica: la Balti sfila dall'alto dei suoi tacchi sui luoghi comuni della sinistra. Le passerelle, le paillettes e l'utilizzo del suo corpo per spot e campagne pubblicitarie? Su quello si può soprassedere, basta che parli male del Cav.  

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