«La scrittura di Bret Johnston è di un'onestà bruciante, ha una profonda compassione dei suoi concittadini texani. Questo libro vi spezzerà il cuore, vi avvicinerà alla comprensione, vi farà ridere forte e, alla fine, vi mostrerà la vostra vita sotto una lente tutta nuova. La prosa è meravigliosamente precisa e le osservazioni sempre esatte.
Corpus Christi è l'esordio brillante di un giovane scrittore che ha chiaramente messo la letteratura al centro della sua vita». Questo il giudizio di Chris Offutt - tra gli scrittori più amati oggi negli Stati Uniti (in Italia pubblicato da minimum fax) - su Corpus Christi, la raccolta di racconti che Bret Anthony Johnston ha pubblicato nel 2004 e da pochi giorni finalmente tradotta anche in Italia (Einaudi). Dopo il successo del romanzo Ricordami così (2015), queste dieci short stories incantano per la poesia di una scrittura che si avvicina a quella di Denis Johnson ed Ethan Canin e, anche se ricorda molto da vicino i libri di Robert Stone, mantiene intatta la propria voce.
Texano, classe 1971, Johnston ha esordito proprio con Corpus Christi: la National Book Foundation lo inserì subito tra i cinque migliori autori americani sotto i 35 anni. Questi sono racconti quasi tutti ambientati a Corpus Christi, cittadina del Texas che ha molta importanza nello svolgimento di storie spesso collegate tra loro. Corpus Christi, dove Johnston è nato, rappresenta le contraddizioni dell'America di oggi: da una parte è una rinomata località balneare, «paradiso dei surfisti» affacciato sul Golfo del Messico, dall'altra centro di raffinazione del petrolio e sede di industrie chimiche, metallurgiche e cementifici. Su questo sfondo Johnston è abilissimo nel raccontare la perdita, la paura dell'abbandono, l'assenza: gli stessi temi che poi svilupperà nel romanzo Ricordami così dove racconta cosa succede in una famiglia quando un figlio scomparso da anni riappare improvvisamente. Al centro dei racconti anche i rapporti tra genitori e figli.
E qui l'aspetto autobiografico dell'autore, rimasto orfano di padre a trent'anni: l'amarezza e la solitudine deserta sotto «un cielo di acciaio» di un uomo ancora fiaccato dall'ombra dell'assenza. Eppure in tutte le storie c'è sempre uno spiraglio di luce, di speranza, un senso di adeguatezza capace di riconciliarci con il mondo senza venire a patti con quella realtà che «ulula come un uragano di violenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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