ElciegoJean-Marc Galés è il primo direttore generale della storia del gruppo Psa Peugeot-Citroën ad avere la responsabilità di entrambi i marchi, una nuova figura fortemente voluta dal ceo Philippe Varin e ovviamente condivisa dai potenti membri della famiglia Peugeot che festeggiano nel 2010 i duecento anni della casa del Leone. Abbiamo incontrato Galés, 47 anni, lussemburghese, una carriera in Bmw, Volkswagen, General Motors e Daimler, a Elciego, profonda provincia basca dove sono in corso le prove della nuova coupé Rcz.
Monsieur Galés, con la creazione della sua carica, cosa cambia in Psa?
«Verso lesterno lautonomia dei due brand rimane intatta e, anzi, andremo a rafforzare, attraverso un design sempre più personalizzato, lidentità dei due marchi, le cui vetture dovranno essere sempre più riconoscibili al primo colpo docchio: le Peugeot attraverso il frontale con il rinnovato emblema del leone che debutta sulla Rcz, le Citroën per la loro silhouette. Le gamme dovranno interpretare il ruolo definito dai motti Motion and Emotion, per la prima, e Creative Technologie, per la seconda. Per il resto una direzione unificata punta a evitare che i marchi si pestino i piedi: il mercato è oggi suddiviso in 35 tra sottosegmenti e nicchie, è impensabile che in tutti ci sia un modello di ogni brand».
Quali sono gli obiettivi di questo nuovo corso?
«Porteremo avanti una massiccia offensiva su tre fronti. Il primo è quello del prodotto, con 14 novità, da oggi al 2012, soltanto per Peugeot: un programma già avviato con la Rcz, che presentiamo in questi giorni; la 408, berlina a tre volumi realizzata per il mercato cinese, di cui puntiamo a controllare l8% entro il 2015, e costruita sotto la grande Muraglia; e il pick-up Hoggar, prodotto in Brasile, dove abbiamo appena deliberato un investimento di 530 milioni, e destinato al mercato sudamericano. A fine anno arriverà poi la iOn, prima city-car elettrica del mercato costruita da un generalista. Per quanto riguarda i volumi, Psa punta a divenire entro il 2015 il settimo gruppo automobilistico, scalando così tre posizioni rispetto a oggi. Terzo fronte della nostra strategia è quello della mobilità, dove aspiriamo a essere leader, grazie alla possibilità di offrire non soltanto auto, a motore termico ed elettrico, ma anche biciclette e scooter con il marchio Peugeot».
Dopo la mancata alleanza con Mitsubishi ci sono altre trattative per Psa?
«Nessuna che riguardi scambi azionari. Proseguiremo nella politica delle intese industriali, tra le quali quella con Mitsubishi che procede senza alcun intoppo, una joint venture che riguarda i veicoli 4x4 e le piccole elettriche. Nessun problema con Fiat, a cui siamo legati da un contratto che scade nel 2017 per la produzione di veicoli commerciali, né tanto meno con Bmw e Ford nello sviluppo di motori, anche se il tre cilindri che abbiamo in cantiere, destinato a divenire un benchmark, è al 100% Psa».
E Toyota? Il problema dei richiami cambierà la vostra collaborazione nello stabilimento ceco di Kolin?
«Non abbiamo registrato alcun impatto negativo su l07 e C1, e a Kolin nasceranno le loro eredi, dopo il 2012».
Elettrica in città, ibrida fuori. È questa lauto del futuro secondo Psa?
«Non soltanto. Entro lanno offriremo la Peugeot iOn e la Citroen C-zero, poi toccherà, nel 2011, agli Hybrid4 con propulsione diesel/elettrica, ma decisiva sarà ancora levoluzione dei motori termici prodotti da Psa».
E il cliente? In questa nuova strategia sembra rimanere sullo sfondo.
«Assolutamente no, e molto cè da fare, perché tra i nostri obiettivi cè anche quello di entrare tra i tre migliori brand per quanto riguarda il servizio».
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