«Svolta storica per il Paese. E senza divisioni»

RomaE ora? Sotto con il presidenzialismo, come dice il Pdl? «Lasciamo perdere. Oggi è il giorno del federalismo...». Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega, non ha alcuna voglia di rovinarsi la festa con una polemica con gli alleati. «Pensiamo a quello che è successo, alla svolta storica che è stata impressa, a una legge approvata senza contese tra destra e sinistra e che farà crescere il Paese».
Qualcuno però parla di scatola vuota, di contenitore senza contenuto...
«Il contenuto c’è, eccome. È stato deciso che le risorse rimarranno sul territorio e che allo Stato andranno solo quelle necessarie. Dalla spesa storica si passa alla spesa standard, con un maggiore risparmio e un grande recupero di efficienza. Non ci saranno più finanziamenti agli sprechi e si chiude un’epoca. Finisce un modo di intendere un tipo di politica che non ha aiutato il nord e che non ha portato nulla al sud».
A proposito: Casini ha chiesto se la Lega gli darà un lasciapassare per il nord.
«Il lasciapassare glielo dovrà dare la gente. In senso politico, intendo. Il federalismo infatti va incontro alle richieste dei cittadini, delle piccole imprese, dei sindaci. Noi siamo in sintonia con loro, l’Udc non lo so».
L’accettazione del federalismo è una discriminante per riaccogliere l’Udc nel centrodestra?
«Ha già detto tutto Bossi...».
La risposta quindi è sì. E che ne dice delle tante perplessità sollevate da An?
«Dico che il centrodestra ha dato una grande prova di unità e compattezza. Hanno votato tutti disciplinatamente».
Ma al congresso...
«I congressi hanno dinamiche particolari, servono anche ai singoli per trovare spazi e visibilità. Insomma, un conto sono le parole, un altro gli atti concreti, come il voto di oggi».
Dicono anche che avete premuto l’acceleratore sul federalismo in vista delle prossime elezioni...
«E io rispondo che il federalismo era nel programma della coalizione come obbiettivo prioritario e che il successo di oggi porta fieno in cascina al governo. Dovremmo essere contenti tutti. Comunque, ripeto, il centrodestra ha votato compatto e io ringrazio».
Deve ringraziare pure il Pd, che non si è messo di traverso.
«È vero, si sono astenuti, hanno dimostrato un atteggiamento costruttivo e abbiamo accolto volentieri il loro emendamento sulla commissione che dovrà controllare la legge. Come pure, in questa occasione, l’Italia dei Valori, che ha votato a favore. Questo clima politico positivo, questa condivisione quasi generalizzata dimostra che non siamo dei marziani, ma degli uomini che cercano di interpretare i bisogni della gente. Per tanti anni hanno accusato la Lega di essere razzista, chiusa, antistorica. Poi i fatti hanno dimostrato che siamo l’unica forza politica capace di fare una riforma possibile con un consenso bipartisan».
Non starà esagerando? In fondo è solo il primo passo?
«Certo, ma è un passo fondamentale. Ora aspettiamo il voto del Senato e poi i decreti di attuazione.

Ma dopo dovremo passare alla fase due, al completamento di una riforma organica. Il federalismo fiscale va inserito in un federalismo istituzione che preveda Senato delle Regioni e il taglio del numero dei parlamentari»
E il presidenzialismo?
«Oggi è il giorno del federalismo...».

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