SWALLOW Contrabbassista e direttore

Il musicista jazz americano con il suo sestetto sarà domani al Manzoni: replica la sera all’Auditorium per il Parenti

Franco Fayenz

Steve Swallow, contrabbassista, bassista elettrico e compositore, è uno dei musicisti di jazz che si vedono più spesso in Italia, dove ha buoni amici e riscuote molta simpatia.
Non è frequente, però, incontrarlo in veste di direttore di un gruppo, come lo offre domani Aperitivo in Concerto, alle 11 al Teatro Manzoni e alle 21.30 all’Auditorium. Il concerto serale è organizzato in collaborazione con il Teatro Franco Parenti e prevede un programma diverso da quello del mattino.
Swallow si propone in sestetto. Al sassofono tenore c’è Ohad Talmor, già apprezzato la scorsa settimana con il nonetto di Lee Konitz, che collabora con Swallow anche come arrangiatore; Meg Okura violino; Russ Johnson tromba (anch’egli solista nel nonetto di Konitz); Jacob Garchik trombone e Mike McGinnis clarinetto.
Notevoli, sotto il profilo programmatico, sono l’assenza della batteria e la presenza di un violino che ricorda il violoncello del complesso di Konitz: evidentemente si tratta di un’esigenza progettuale di Talmor.
Swallow, 66 anni, nativo di New York, ha imparato a suonare il contrabbasso presso l’Università di Yale dove frequentava i corsi di letteratura latina.
Il giovane si era scoperto buone attitudini alla musica perché il padre gli aveva fatto ascoltare dischi di Bix Beiderbecke e di Jelly Roll Morton, sollecitandolo in un primo momento a studiare il pianoforte e la tromba.
L’amore per il contrabbasso fu un colpo di fulmine. Tuttavia non sono molte le possibilità di ascoltarlo, oggi, sul nobile strumento (le migliori sono le sue registrazioni del 1961 in trio con Jimmy Giuffre e Paul Bley, e le successive con il complesso di Gary Burton riunito nel 1967). A metà degli anni Sessanta, infatti, Swallow si interessa al basso elettrico e addirittura ne costruisce uno in legno. Per qualche tempo usa entrambi gli strumenti, poi opta definitivamente per il basso.
A questo punto Swallow si dedica anche alla composizione, sostenendo il dato melodico-armonico e la consonanza nella fase in cui il jazz informale va nella direzione contraria. D’altra parte, la sua indole di contrabbassista è basata sulla propensione a «far cantare lo strumento sia in accompagnamento sia in assolo», come scrive Philippe Carles.
Negli anni Settanta collabora costantemente con l’orchestra e con i gruppi di Carla Bley, oggi sua compagna nella vita.

Swallow, invece, non è mai stato un arrangiatore o un orchestratore di particolare assiduità. Ed è per ciò, con ogni evidenza, che ha delegato questo compito ad uno specialista qual è Ohad Talmor. Cogliere il frutto della loro collaborazione, sotto tale aspetto, sarà un altro motivo di grande interesse.

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