Unoperazione «del tutto individuale». Anzi, «individualista». Tradotto dal vocabolario della lingua italiana: chi pensa soprattutto ai propri interessi e trascura quelli degli altri, egoista. Una sottilizzazione non casuale, anche se Pierluigi Mantini dellesecutivo nazionale dellUdc evita le analisi del testo. Esce da una riunione sul caso del rutelliano Bruno Tabacci nella giunta comunale, unipotesi che ha fatto saltare i nervi al Terzo polo. Se un esponente della sinistra radicale come Basilio Rizzo continua a giudicarla una «boutade» perché «è senza senso, allora chiamiamo pure Giulio Tremonti», ieri il sindaco Giuliano Pisapia alle prese con il toto-poltrone ha confermato. «Sarei» anzi «sarò molto onorato di avere Tabacci in giunta, chiaramente dove ha le maggiori competenze e cioè al Bilancio. È una garanzia anche per chi non mi ha votato e a chi non fa parte della coalizione». Ma proprio mentre la sinistra si agita e i terzopolisti prendono le distanze, prova a sostenere che nella scelta dellex democristiano non bisogna vederci «un segnale di carattere politico», assolutamente no, ma solo «la volontà comune di lavorare per il bene della città». E al Pd lancia un messaggio forte e chiaro: sulla nuova giunta «stiamo lavorando in armonia ma poi le scelte finali le farò io». A pochi giorni dal ballottaggio Tabacci aveva già rotto il patto col Terzo polo schierandosi a favore del candidato del Pd. «Voterò Pisapia» aveva assicurato lex deputato Udc passato nellApi di Francesco Rutelli. E la sera del 30 maggio era in piazza Duomo a festeggiare «la svolta». Tantè, i centristi che potevano blindare una poltrona firmando un patto col centrodestra ora sono infuriati e preferiscono parlare al condizionale, «non sappiamo ancora se lapertura verso Tabacci andrà in porto o no, parliamo con il beneficio del dubbio» premette Mantini, ma «sarebbe unoperazione che nulla ha a che fare con il terzo polo. A Milano non abbiamo accordi con Pisapia, né li avremo se Tabacci per suo conto sceglierà di entrare in squadra. Noi teniamo fede alla nostra posizione. Faremo unopposizione costruttiva». Ma ribadisce «non cera, non cè e non ci sarà neanche con Tabacci in giunta unintesa di governo. Abbiamo lasciato libertà di voto al ballottaggio e parte dei nostri elettori ha partecipato a questo cambiamento che era nellaria. Ma riteniamo di aver rappresentato con coerenza delle ragioni che non sono quelle della sinistra, ma le nostre». La «terzietà». Che non verrebbe tradita, sostengono i centristi, se alla guida del consiglio comunale venisse confermato lex presidente Manfredi Palmeri, candidato sindaco del terzo polo al primo turno. Nei 15 giorni verso il ballottaggio ci sarebbero stati abboccamenti per unalleanza in cambio della poltrona da vicesindaco. Ora lingresso di Tabacci farà saltare lincarico a Palmeri? I finiani confermano che le due partite sono separate. Anche se ragionano sul ruolo più opportuno per Palmeri: super partes o politico, seduto tra i banchi dellopposizione a fare battaglie nel nome di Fli e terzo polo. Tabacci in giunta «non centra niente con il Terzo polo, è un accordo diretto tra lui e Pisapia che gli riconosce il ruolo di tecnico» puntualizza anche il coordinatore regionale di Fli Giuseppe Valditara. Forse per chiarirlo meglio gli verrà chiesto un passo indietro dalla coalizione, «rifletteremo nei prossimi giorni».
Resta «apertissima» invece lipotesi della presidenza a Palmeri. E ribadisce, «vogliamo ricostruire un fronte moderato allinterno del centrodestra, auspico che anche da Milano riparta il dialogo con la parte del Pdl più sensibile, senza di noi non vanno da nessuna parte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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