Con «Il Tabarro» e «Suor Angelica» l’opera lirica è passione da giovani

Chi dice che l'opera lirica è roba per melomani che non si rassegnano all'incedere dei tempi, per noiosi professori di conservatorio, o ancor peggio per giovani fuori dal mondo, lontani anni luce dalle più ascoltate top ten di musica leggera? Basterebbe fare un salto all'Oratorio San Filippo Neri, in Via Lomellini, un giorno in cui «Operalaboratorio» - associazione culturale presieduta da Paola Pittaluga - rappresenta uno dei titoli del «nostro» repertorio operistico. C'è da rimanere di stucco, alla faccia di chi metterebbe il belcanto chiuso nel baule in soffitta: «platea» sempre piena, con tantissimi giovani spettatori. Ultimo allestimento, «Il Tabarro» e «Suor Angelica» di Giacomo Puccini; spettacolo entusiasmante, che ha raccolto gli applausi (e le lacrime di commozione) del pubblico. Ottima la regia di Gualtiero Ristori, che ha giocato sugli infiniti piani dell'ambiente valorizzandone le peculiarità, che ha creato effetti particolari e che con il finale di Suor Angelica ha definitivamente fatto onore a Puccini, riducendo a polpette il cuore dei più sensibili; molto ben realizzate anche le scene di Marzia Colosso e i costumi di Federica Poerio. Bravi i giovani interpreti, alcuni già «lanciati», altri alle soglie della carriera, affiancati talora da professionisti, come il basso genovese Riccardo Ristori, che offrono la loro preziosa esperienza sul piano vocale come su quello tecnico; con un apprezzamento particolare a Daniela Masella (Giorgetta), Nino Batatunashvili (La Frugola) e Pieramaria Ciuffarella (Suor Angelica), bella voce, molto intensa, ha restituito un personaggio davvero toccante, senz’altro una delle figure più strazianti di Puccini.

Caldi applausi anche all'«orchestra», un trio formato da Francesco Barbagelata al pianoforte, Mirna Ravera al flauto ed Enrico Ferrando al violino e alla tastiera. E naturalmente lodi alla Pittaluga per la preziosa iniziativa, capace di realizzare spettacoli di qualità e di diffondere l'opera lirica presso un pubblico sempre più ampio. Ce ne fossero.

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