Gian Battista Bozzo
da Roma
La sorpresa arriva poco prima di mezzanotte. Gli interessi particolari delle parti sociali, i veti incrociati anche allinterno della maggioranza sulla copertura del decreto per il 2005, la difficoltà di trovare un'intesa, costringono il governo a rinviare al 2006 l'attesa riduzione dellIrap. «Oggi vareremo un decreto legge che regola il pagamento dell'Irap per il 2005, c'è infatti la scadenza del 20 giugno che deve essere rispettata - spiega Berlusconi, lasciando Palazzo Chigi al termine di una riunione dellesecutivo -: il governo intende poi tagliare l'imposta a partire dal 2006, e in tre tranche fino al 2008. A regime la riduzione dell'Irap ammonterà a cinque miliardi di euro». Per la copertura dello sgravio non si aumenterà l'Iva, né si agirà sulla tassazione delle rendite finanziarie o sulla benzina, assicura il presidente del Consiglio. Tagli alla spesa e lotta all'evasione dovrebbero assicurare da soli il finanziamento del decreto.
L'annuncio di Berlusconi giunge al termine di una giornata di incontri a Palazzo Chigi, con gli enti locali prima e con le parti sociali, imprese e sindacati, poi. La scaletta proposta da Berlusconi e Siniscalco alle parti sociali prevedeva un taglio dell'Irap a partire dal 2005, per circa 1,7 miliardi di euro. Il taglio, che adesso si sposta al triennio 2006-2008, riguarda la componente del costo del lavoro.
Secondo calcoli del ministero dell'Economia, il 60% dei contribuenti Irap verrà esentato dallimposta, il 26% pagherà di meno, mentre un 14% verserà cifre analoghe alle attuali.
Uscendo da Palazzo Chigi insieme con il vicepresidente del Consiglio Giulio Tremonti, il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco ed altri ministri, Berlusconi spiega brevemente il perché di questa decisione a sorpresa: «Il taglio dell'Irap già dal 2005 era una delle ipotesi in campo - dice il premier -, e quando ci siano resi conto che nessuna proposta trovava un'accoglienza unanime, abbiamo deciso di restare all'impegno che avevamo preso in Parlamento, cioè un taglio triennale dell'Irap dal 2006 al 2008, un terzo per ogni anno».
Oltre all'incremento dell'Iva e della tassazione sulle rendite finanziarie per coprire lo sgravio, Berlusconi esclude anche un'altra ipotesi circolata ieri: l'inclusione degli ammortamenti nella base imponibile dell'imposta regionale. La Confindustria ha espresso in proposito una fortissima contrarietà. «Tanto vale non fare la riduzione dell'Irap», ha tagliato corto il vicepresidente degli industriali, Andrea Pininfarina.
Il taglio dell'Irap dunque ci sarà, ma solo dall'anno prossimo.
Uscendo dalla riunione notturna di Palazzo Chigi, Siniscalco ha chiarito che il rinvio del taglio Irap al triennio 2006-2008 implica anche qualche spostamento di cifre. Prima del vertice notturno, a imprese, sindacati ed enti locali incontrati in due riunioni separate, il governo aveva prospettato una scaletta complessiva di oltre 14 miliardi. Poi Berlusconi ha parlato di 5 miliardi allanno per tre anni, quindi in tutto 15 miliardi.
Molte le riserve espresse dalle parti sociali, ma anche da settori della maggioranza. In particolare la Lega Nord si è opposta vivacemente al possibile aumento dellaliquota ordinaria dellIva dal 20 al 21%. Il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, ha detto esplicitamente che una misura del genere non sarebbe stata votata dal Carroccio. Perplessità erano state espresse anche da Forza Italia e, nei giorni scorsi, dallo stesso presidente del Consiglio.
A questo punto potrebbe saltare il nuovo incontro con le parti sociali prima del varo del decreto. Oggi si saprà qualcosa di più dei particolari del provvedimento. Confermato il premio per la concentrazione delle imprese: lo sconto è del 10% sul valore del fatturato dellimpresa che si verrebbe a creare, sottratto quello dellazienda maggiore. Lo sgravio complessivo è previsto in 120 milioni di euro per il 2005 e 250 milioni per il 2006.
Agli enti locali, Siniscalco ha assicurato che il taglio dellIrap, che finanzia gran parte della spesa sanitaria e sociale delle Regioni, non significherà una diminuizione delle risorse.
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