Economia

Tagli Deutsche Telekom: colpa di Internet

Maddalena Camera

da Milano

L’effetto Internet si fa sentire sui colossi delle tlc in Europa. Dopo la decisione di France Télécom, che una settimana fa ha corretto gli obiettivi di crescita scesi dal 5 al 3%, ieri Deutsche Telekom ha annunciato un drastico piano di ristrutturazione che porterà al taglio di 32mila posti di lavoro nei prossimi tre anni. La necessità di risparmi è legata all’abbassamento delle tariffe telefoniche sottoposte alla concorrenza del cosiddetto Voip, ossia alla possibilità di chiamare (a costo vicino allo zero) via Internet. Per il colosso tedesco delle tlc in realtà i tagli avranno un saldo negativo di «soli» 19mila posti di lavoro. Questo perché la società, a fronte dei massicci licenziamenti, ha in programma di assumere circa 6mila persone che verranno assegnate alle aree più innovative, come Internet e i servizi a banda larga, mentre altre 7mila persone saranno aiutate a trovare un nuovo impiego tramite Vivento, che è l’agenzia di collocamento interna di Dt.
L’ex monopolista, guidato dal 2002 da Kai-Uwe Ricke, 44 anni, ha già mandato a casa in due anni circa 11mila persone su una forza lavoro complessiva di 170mila dipendenti. «Non si tratta di una scelta - ha detto Philippe Kiewiet de Jonge di Abn Amro - è essenziale ridurre i costi dato che la concorrenza nel settore è agguerrita». Ricke aveva già preannunciato la manovra nello scorso marzo quando aveva pianificato la riduzione dell’incidenza del costo del lavoro al 20,9% del fatturato entro il 2007 dal 23,4% dello scorso anno. Quello di Dt non è comunque un caso isolato nel panorama europeo. In Francia France Télécom ha annunciato nello scorso gennaio un piano per tagliare circa 8mila dipendenti tramite una serie di prepensionamenti. Anche gli olandesi di Kpn hanno in programma una riduzione degli organici pari a 1.500 persone entro il 2007. Certo nulla a che vedere con la poderosa ristrutturazione di Dt che costerà alla società circa 3,3 miliardi di euro in oneri straordinari. «La concorrenza è molto forte - ha spiegato Edoardo Bonanno analista di Centrosim - il mercato non cresce più e quindi l’unica arma è il taglio dei costi partendo dalla forza lavoro anche perché le nuove tecnologie consentono nuove efficienze». La strada è forse l’unica percorribile dato che il fatturato di T-Com ossia il settore che si occupa in Dt di telefonia fissa è sceso ancora nel secondo trimestre del 5,4% dopo due anni di riduzioni continue.
L’annuncio della drastica cura ha già prodotto i primi effetti dando smalto al titolo che ieri a Francoforte è salito del 3,2% dopo aver lasciato sul terreno dall’inizio dell’anno il 13 per cento.

L’ex monopolista ha anche minacciato nuovi 5mila licenziamenti se l’Authority tedesca non modificherà le regole sul mercato della fibra ottica.

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