Taglio agli stipendi di ministri e superburocrati

La ricetta di tremonti: contributo straordinario del 15% sulle indennità dell’esecutivo, 10% su politici e dirigenti pubblici che guadagnano più di 100mila euro. Berlusconi: "Abbassare le tasse? Non ora"

Taglio agli stipendi di ministri e superburocrati

Roma - Il taglio del 5% sugli sti­pendi dei politici? «È solo l’aperitivo», aveva detto Giu­lio Tremonti a Bruxelles. E co­sì, illustrando le linee della manovra davanti a imprendi­tori e sindacati (Cgil esclusa), il ministro dell’Economia ha detto di pensare a un «contri­buto » più sostanzioso: fino al 15% per i ministri, e un 10% sugli stipendi dei politici «semplici» e dei dirigenti pub­blici che guadagnano più di 100mila euro.L’originale pro­posta di Roberto Calderoli ­presente all’incontro insie­me con Maurizio Sacconi alla sede del ministero del Welfa­re - verrebbe moltiplicata per tre,almeno per i ministri.Dal­l’­intero capitolo Pubblica am­ministrazione, Tremonti si aspetta risparmi per 5 miliar­di.

La manovra da 25 miliardi di euro per il biennio 2011-2012, potrebbe essere suddivisa in due tranche da circa 12 miliardi e mezzo cia­scuna: la prima da approvare subito, entro i prossimi dieci giorni, per dare un segnale forte ai mercati e ai partner eu­ropei; l’altra in un secondo momento. Le misure, ha spie­gato Tremonti alle parti socia­li, saranno finalizzate non so­lo ai risparmi ma anche alla crescita e allo sviluppo. Oltre al taglio degli stipendi dei politici e dei dirigenti pub­blici, spunta un’altra propo­sta: la regolarizzazione a pa­gamento delle case «fanta­sma » sconosciute al catasto. Nulla di definitivo, ancora. Sul menù degli interventi og­gi ci sarà una prima ricogni­zione in Consiglio dei mini­stri. Intanto la Corte dei Conti avverte: sui tagli di spesa «si è già raschiato il fondo del bari­le».

Case «fantasma» Ai proprietari degli immobili sconosciuti al fisco e al catasto verrebbe pro­posta una regolarizzazione immediata con il pagamento delle imposte dovute negli ul­timi due anni; una seconda fi­nestra, che si aprirebbe entro sei mesi, consentirebbe la sa­natoria ma pagando cinque anni di imposte arretrate; infi­ne la regolarizzazione dopo i sei mesi, che farebbe scattare anche le sanzioni. In teoria, questa misura potrebbe por­tare entrate fra 1 e 1,5 miliar­di.

Sanità, torna il ticket Il fondo sa­nitario verrebbe ridotto, e al­le Regioni potranno reintro­durre ticket sanitari. Se non lo faranno dovranno reperire in altro modo le risorse, perché lo Stato taglierebbe comun­que i trasferimenti.

Enti locali, 4 miliardi in meno I trasferimenti statali ai Comu­ni( 15 miliardi di euro l’anno) si ridurrebbero drasticamen­te: 2 miliardi in meno per le Regioni e 2 in meno ai Comu­ni. In tutto, 4 miliardi di euro in due anni.

Pensioni, una «finestra» l’anno Nessuna modifica strutturale sulle pensioni, ma la riduzio­ne da quattro a due, e forse an­che a una sola, delle cosiddet­te «finestre»per l’uscita dal la­voro. Verrebbe però salvata quella del luglio prossimo. Il rinvio dei pensionamenti - e con essi lo slittamento delle buonuscite nel pubblico im­piego - potrebbe far rispar­miare 1 ,5 miliardi di euro.

Stretta sui falsi invalidi Tre­monti lo ha detto esplicita­mente a Bruxelles: la mano­vra colpirà gli evasori fiscali e i falsi invalidi. L’Inps sta già in­tensificando le verifiche sulle invalidità e già alla fine di que­st’anno le revoche potrebbe­ro assicurare un risparmio di 180 milioni di euro. Più eleva­ti i risparmi nel biennio 2011-2012, interessato alla manovra.

Tagli alle grandi opere Inevita­bile una riduzione dei finan­ziamenti previsti per le gran­di opere infrastrutturali. Si po­trebbe partire con la riduzio­ne degli stanziamenti già fatti per il 2011-2012 (300 milioni di euro) per Ferrovie e Anas.

Politici e dirigenti Si ipotizza un taglio del 15% alle retribu­zioni dei ministri e del 10% dei politici a livello naziona­le. Regioni, Province e Comu­ni decideranno autonoma­mente se adeguarsi o no. Il ta­glio della busta paga verreb­be esteso anche ai dirigenti pubblici che guadagnano ol­tre 100mila euro l’anno, ai ma­­gistrati, ai prefetti e ai diplo­matici, a valere per un perio­do limitato, di due o tre anni.

Contratti pubblici rinviati Lo slit­tamento dei contratti pubbli­ci, sulla scia di quanto sta av­venendo in tutta Europa,

con­sente al governo fare grossi ri­sparmi, Secondo il centro stu­di di Confindustria il blocco dei contratti per due anni, in­sieme al blocco del turnover consentirebbe al governo di non risparmiare 8 miliardi in due anni.

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