Taglio ai laboratori: scompariranno in 25

Taglio ai laboratori: scompariranno in 25

La giunta Marrazzo adotta nuove misure per scongiurare definitivamente il commissariamento. Che ce la faccia o no è ancora da vedere tuttavia, l’esecutivo regionale, corre ai ripari rimettendo mano al piano di rientro del deficit. E lo fa partendo da quelli che sono considerati i servizi essenziali: risparmiando sui laboratori di analisi di Asl e aziende ospedaliere, che subiranno una drastica e capillare riduzione su tutto il territorio.
Se nel piano di rientro originario venivano conteggiati 65 laboratori da portare in via definitiva a 47 con un taglio netto di 18, ora dopo l’applicazione di insoliti criteri di valutazione, il decurtamento sarà di 25. E in tempi rapidi. Vale a dire che dal primo dicembre sarà difficile per un cittadino bisognoso di cure non incappare in un percorso irto di difficoltà, visto che gli stessi esami del sangue vengono prescritti non solo per i controlli di routine ma pure quando ci si deve sottoporre a interventi chirurgici e di microchirurgia. Per cui i tagli si andranno a ripercuotere inevitabilmente su tutta l’offerta assistenziale che viene erogata in day hospital, in day surgery e in ambulatorio. Oltre al fatto che con l’applicazione del provvedimento è scontato che vadano a lievitare le liste di attesa per le analisi di laboratorio: sia per farle che per ottenere in tempo utile il responso. Vista così questa cosiddetta «soluzione di risparmio» ideata dalla giunta ulivista non può che essere giudicata ardua, poiché fra tutti i centri pubblici vengono compresi anche quelli dei vari ospedali dislocati nel territorio laziale.
Non fa sconti a nessuno la mappatura della riduzione. Nella Asl Roma A si passerà da 4 a 2 laboratori, nell’Asl Roma B da 7 a 5, alla Roma C ne rimarranno solo 3. Per la Roma D l’unico laboratorio di analisi attivo sarà quello dell’ospedale Grassi di Ostia. Presso l’Asl Roma E si prevede la chiusura di 2 laboratori su 4 entro fine dicembre mentre, alla Roma F, ne resteranno in funzione 3 e alla Roma G solo 2 (da 7 che erano). Nella Roma H data la complessità del territorio passeranno da 7 a 5. Brutti propositi per l’Asl di Viterbo che offrirà un solo laboratorio (da 6 iniziali). Altri 3 ne conterà l’Asl di Rieti, 2 (da 8) l’Asl di Latina e 7 (da 10) l’Asl di Frosinone.
Diventa legittima una domanda: si fermerà qui l’esecutivo regionale? Chissà. Già, perché nel prospetto sulle principali misure di risparmio si sottolinea che «è stata istituita un’apposita commissione che sta definendo una proposta regionale per rendere veloce l’applicazione della disposizione». Rimane da capire a questo punto se l’anonima commissione - visto che non è stabilito a chi faccia capo - proceda a nuove disposizioni in materia. Non mancano infatti quelle certezze che, se dal punto di vista della sanità pubblica fanno presagire il peggio, dal punto di vista dell’offerta convenzionata delineano contorni tutt’altro che rosei. A queste disposizioni infatti si vanno a sommare pure i nuovi requisiti richiesti alle strutture private e per essere accreditate. «Qui si prevede un ulteriore giro di vite - denuncia la Fials Confsal -.

Infatti salta agli occhi che con le nuove direttive regionali sta per iniziare l’agonia di tante piccole strutture private che sul territorio rappresenterebbero un doppione rispetto al pubblico. E questo a danno degli utenti e del personale sanitario che vi lavora».

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